CATANIA – Giovanni Pistorio fino a qualche mese fa era considerato il braccio destro di Raffaele Lombardo, ora è in corsa per la Camera come secondo nome della Lista Udc per la Sicilia Orientale. Quanti mesi sono trascorsi dalla presentazione del nuovo simbolo del Partito dei Siciliani? Era settembre. L’autunno ha cambiato tutto, ha rimescolato le carte e il senatore ha lasciato il regno autonomista ed è diventato uno degli uomini di punta dell’Udc in Sicilia. Restio a rilasciare interviste Pistorio, ma poche battute riusciamo a rubargliele. E’ pieno di adrenalina per la sfida che lo attende e l’esperienza con Lombardo ormai sembra solo un ricordo sbiadito. Ora è Pier Ferdinando Casini il suo punto di riferimento con “cui ha un rapporto personale e antico”. E se il ponte sullo Stretto era una degli elementi basilari dell’agenda politica del Movimento per l’autonomia, per Pistorio l’infrastruttura non è certo una priorità, anzi “in un momento di crisi – dice – dobbiamo pensare ad altro”. Ad esempio? La banda larga.
Senatore, l’era Lombardo è terminata?
“Considero quell’esperienza residuale. Auguro a Lombardo ogni fortuna personale. Non ho creduto più al progetto politico e ho deciso di intraprendere un’altra strada a conclusione di un Governo della Regione che ha avuto luci ed ombre e di una legislatura tormentata. Considerata chiusa quella stagione ne ho avviata un’altra coerente sempre con i miei punti di riferimento che non sono mai cambiati. Io sono sempre stato democratico cristiano, ed anche nella mia funzione importante nel Mpa ho sempre saldato il valore dell’autonomia a riferimenti culturali, morali ed etici cristiano democratici”.
Con quale spirito affronterà questa campagna elettorale?
“Pieno di volontà per rappresentare il mio territorio. Sperando di essere tra quelli che avranno voce in Parlamento, al servizio della nostra gente per farla contare in un partito importante con un leader forte e centrale nello schieramento come Pier Ferdinando Casini, al quale sono legato da un rapporto personale e antico. Siamo chiamati ad una grande responsabilità al Parlamento, alla Regione e anche negli Enti locali”.
Il tema del Mezzogiorno, finalmente, potrà essere un tema centrale del Governo nazionale?
“Assolutamente si. Non in termini conflittuali, ma in termini di solidarietà e di responsabilità del Paese verso le sue aree più deboli”.
Si potrà tornare a parlare di infrastrutture in Sicilia, ed in particolare di ponte sullo stretto?
“Le infrastrutture sono certamente una priorità straordinaria, sia quelle materiali che immateriali. Il ponte è un tema complesso, non è tra le priorità del Governo. Io continuo a considerarlo una prospettiva importante, ma non credo che sia la priorità al momento perché in una condizione congiunturale come la nostra e di crisi economica così grande occorre prima garantire i servizi essenziali. Quando parlo di infrastrutture immateriali mi riferisco ad esempio alla banda larga, che è una risorsa importante per il il sistema delle imprese, per i servizi e per la ricerca”.
Lavorerete ad una nuova legge elettorale?
“E’ presto per dirlo, ma spero che questa sia l’ultima volta che si vota con questo meccanismo”.