Brancaccio, la donna e i pizzini | Tutti i boss a libro paga - Live Sicilia

Brancaccio, la donna e i pizzini | Tutti i boss a libro paga

Decriptati i pizzini con i nomi del gotha della mafia.

PALERMO – Nei pizzini c’è tutto lo stato maggiore della mafia di Brancaccio. A cominciare dai “fratelli” Graviano che restano i signori incontrastati del mandamento palermitano.

Il libro mastro del clan è stato trovato a casa di una donna. Si tratta della moglie di Cosimo Geloso, uno dei 34 arrestati delle scorse settimane nel blitz di Squadra mobile e Polizia tributaria. Pietro Tagliavia sarebbe l’ultimo presunto capo. “La testa dell’acqua”, come veniva citato nelle intercettazioni. Adesso si lavora per scoprire chi prenderà il suo posto. Arrestato un capo ce ne vuole subito un altro. Specie quando nel libro paga di chi finisce in cella ci sono decine di boss detenuti che ogni mese aspettano lo stipendio.

Un anno e mezzo fa durante la perquisizione in casa della donna gli investigatori scovarono gli appunti dentro una scatola di cartone. Una sfilza di nomi abbreviati e seguiti da una cifra in euro. È stato un lavoro complicato, ma alla fine i pizzini sono stati decriptati. Dietro le sigle si cela l’identità dei pezzi da novanta di Cosa nostra che ricevevano soldi con cadenza mensile, ma anche dei titolari di attività commerciali sottoposte ad estorsione.

Ci si trova davvero di fronte al gotha della mafia di Brancaccio degli ultimi decenni. Spiccano poi i nomi di Cesare Lupo, Giuseppe Arduino e Giuseppe Faraone eredi dei Graviano. C’è Andrea Adamo, condannato all’ergastolo perché fece parte del commando che assassinò il reggente del mandamento di Porta Nuova, Nicola Ingarao, e il suo anziano suocero, Pino Savoca. Si legge il nome di Matteo Scrima, ex Pip che nel 2011 arrivò al summit convocato a Villa Pensabene a braccetto con Giuseppe Calascibetta, il capomandamento di Santa Maria di Gesù che pochi mesi dopo sarebbe stato crivellato di colpi.

Tantissimi nomi che svelano l’esistenza di legami che vanno oltre i confini del mandamento, visto che a Brancaccio si occupavano anche dei mafiosi di altre zone della città. E poi c’è il capitolo pizzo, con le sigle dei titolari delle attività commerciali costretti a pagare la protezione dei boss. Presto saranno convocati dagli investigatori. Un altro articolo sulla vicenda viene dedicato dal nuovo numero del mensile S in edicola.

 


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