Pizzo a un bar del centro| Assolti quattro imputati - Live Sicilia

Pizzo a un bar del centro| Assolti quattro imputati

L'imputato Giuseppe La Mattina, assolto e scarcerato

Cade l'accusa di estorsione per Giuseppe La Mattina, 57 anni, finito in manette nel corso dell'inchiesta "Hybris" che azzerò il mandamento di Pagliarelli. Scagionati i titolari del bar Golden di via Terrasanta e di un negozio di elettronica. Erano imputati di favoreggiamento.

OPERAZIONE HYBRIS
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PALERMO – Nei suoi confronti il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione. Ed, invece, è stato assolto e subito scarcerato. Si tratta di Giuseppe La Mattina, accusato di estorsione ai danni dei titolari del bar Golden di via Terrasanta, Giuseppe Giuliano e Tiziana Anselmi. Anche per loro è arrivata l’assoluzione. E’ caduta l’ipotesi di favoreggiamento aggravato, così come per un altro commerciante: Mario Enea, titolare di un negozio di elettronica in via Giuseppe Arcoleo.

L’operazione durante la quale La Mattina, 57 anni, finì in carcere è quella denominata “Hybris” del 2011, che azzerò la gerarchia del mandamento Pagliarelli e della famiglia del Borgo Vecchio, facendo scattare le manette per trentasette fedelissimi del boss Gianni Nicchi. E’ stato assolto perché il fatto non costituisce reato ed è stato immediatamente scarcerato. Era difeso dagli avvocati Umberto Seminara e Ines Trapani.

A fare finire sotto inchiesta il commerciante, diventato da vittima a presunto “favoreggiatore” era stato un incontro in particolare. Era il novembre 2009 quando Giuliano, difeso dall’avvocato Nico Riccobene, arrivò accompagnato da La Mattina nella tabaccheria di Giuseppe Bellino, al Villaggio Santa Rosalia. Anche Bellino fu arrestato nella stessa operazione che in un’altro troncone del processo si è conclusa con una raffica di condanne. Secondo l’accusa, che non ha retto al vaglio del Tribunale, si era trattato di un faccia a faccia per ottenere una dilazione sul pagamento del pizzo. All’interno dell’attività commerciale c’erano le telecamere e le microspie dei carabinieri, che registrarono tutto.

 


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