"Pizzo sui lavori della fognatura"| Estorsore condannato in appello - Live Sicilia

“Pizzo sui lavori della fognatura”| Estorsore condannato in appello

Sei anni e otto mesi. Confermata in appello la condanna per estorsione inflitta a Silvio Mazzucco. Secondo l’accusa, che ha retto al veglio dei giudici di secondo grado, l’imputato, assieme ad altri complici (tutti già condannati) cercò di imporre il pizzo ad una società che si occupava del rifacimento della rete fognaria nel centro storico di Palermo. Pretendeva 40 mila euro, il tre per cento su un lavoro di un milione e 200 mila euro. Giovanni Anselmo, il titolare dell’impresa, non si piegò e si rivolse all’associazione Libero Futuro.

In precedenza per la stessa vicenda erano già stati condannati Pietro Abbate, fratello di Luigi, detto «Gino u mitra», ritenuto elemento di spicco della famiglia di Palermo Centro, Francesco Paolo Lo Iacono e Filippo Burgio. Quest’ultimo è pure accusato di essere stato il postino di Gianni Nicchi. Nella sua concessionaria di motociclette di corso Vittorio Emanuele transitavano i pizzini del giovane boss quando era ancora latitante.

Secondo la ricostruzione della Procura, Mazzucco avrebbe fatto da palo nel corso di alcuni incontri fra i mafiosi e l’imprenditore per stabilire il pagamento del pizzo. Incontri filmati dalle telecamere dei carabinieri.

I difensori dell’imputato, gli avvocati Giovanni Castronovo e Filippo Gallina, che avevano chiesto la ricusazione, non accolta, di uno dei membri del collegio della quarta sezione della Corte d’appello, preannunciano ricorso in Cassazione.

Addiopizzo e Libero Futuro erano costituiti parte civile nel processo, con gli avvocati Salvatore Caradonna e Salvatore Forello.


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