PALERMO – Pochi incassi e molte spese, specie per musei e impianti sportivi, che per oltre tre quarti deve sostenere il Comune. I servizi a domanda individuale restano uno dei punti dolenti di Palazzo delle Aquile: si tratta, in pratica, di quei servizi forniti dal Comune ma non gratuiti, ossia per i quali gli utenti pagano una tariffa. Tra questi rientrano gli asili nido, gli impianti sportivi, le mense scolastiche, i mercati generali, i musei ma anche i cimiteri.
Insomma servizi diversi fra loro, a volte anche diversissimi, ma che hanno almeno una cosa in comune: gli incassi non riescono mai a coprire le spese. Una situazione che per certi versi è anche normale, visto che per riuscirci bisognerebbe aumentare sensibilmente le tariffe a carico dei cittadini, ma che crea puntualmente un buco nei conti che poi piazza Pretoria è costretta a colmare con risorse proprie.
Per rendersene conto, basta spulciare il rendiconto 2017 approvato in giunta e ora all’esame dei revisori, prima dell’approdo in consiglio comunale. Passando ai raggi X i numeri riferiti allo scorso anno, emerge che il servizio più remunerativo è quello dei servizi funebri e cimiteriali: nel 2017 ha fruttato incassi per quasi 2,9 milioni di euro, a fronte di spese per oltre quattro milioni. In pratica gli incassi hanno coperto quasi il 70% delle spese, che sono diverse: 3,1 milioni servono per il solo personale, quasi 350 mila euro per le materie prime, 250 mila per servizi, 200 mila per beni durevoli, oltre a 200 mila di ammortamenti e tasse.
Ma quello dei cimiteri è un caso isolato. Se il mercato ortofrutticolo incassa 340 mila euro e ne costa 640 mila, con un tasso di copertura del 53%, va peggio in tutti gli altri casi. Musei e spazi espositivi fruttano appena 320.828 euro ma le spese sfiorano i sei milioni, di cui 4,5 di solo personale: in pratica le tariffe coprono appena il 5% dei costi. Poco meglio gli impianti sportivi: 4,8 milioni di costi ma appena 555 mila di incassi, che coprono l’11%. E ancora gli asili nido, i cui proventi arrivano a 446 mila euro mentre i costi superano quota 4,8 milioni, con un tasso di copertura del 9,2%. Andiamo al mercato ittico, le cui tariffe consentono al comune di Palermo di ricavare meno di 120 mila euro ma con spese per 548 mila e una copertura del 22%; le mense scolastiche, invece, fanno incassi per 469 mila euro ma costano quasi 1,8 milioni, cioè quattro volte tanto.
In totale gli incassi di tutti i servizi ammontano a cinque milioni di euro, mentre le spese sfiorano quota 23 milioni di cui 16,3 di solo personale, 902 mila di materie prime, 4,7 milioni di prestazioni di servizi, 86 mila di trasferimenti, 229 mila di beni durevoli, oltre mezzo milione di ammortamenti e tasse. A conti fatti, il tasso di copertura è stato appena del 22,5%.