CATANIA – Rifiuti, lavoro, sviluppo, pace sociale. E ancora, lavori pubblici, viabilità, manutenzioni, ma soprattutto un’azione di cucitura di un tessuto economico sociale che sembra ormai disgregato, con i quartieri distanti dal centro storico e il palazzo chiuso alla città. Non sarà semplice il lavoro per Salvo Pogliese, neo sindaco di Catania e per la sua squadra, nonostante gli inserti nella futura Giunta di amministratori che, già in passato, si sono occupati della macchina amministrative.
Al netto del risultato del voto, e al netto della evidente richiesta di cambiamento da parte dei catanesi, quanto attende il nuovo sindaco sembra tutt’altro che semplice. Sono tanti, tantissimi, i problemi che la nuova formazione politica al governo della città dovrà affrontare. Innanzitutto, riportare la fiducia tra i cittadini alle istituzioni disgregata negli ultimi anni per via di alcune contingenze nazionali, avvicinando i cittadini al Palazzo e aprendo questo alla città. E poi c’è da risolvere i nodi fondamentali per lo sviluppo di Catania. A cominciare dalla assegnazione dell’appalto dei rifiuti, una necessità per Catania dove il bando per l’affidamento del servizio è andato deserto ben 4 volte, dove la raccolta differenziata è inchiodata alla cifra ridicola del 9%, dove il cambiamento culturale sembra rallentare piuttosto che il contrario, dove la sporcizia regna sovrana e le discariche nascono come funghi.
E ancora, la questione occupazionale: il sindaco di Catania dovrà affrontare una delle problematiche che pesano maggiormente sulla città: l’assenza di occupazione, la chiusura di negozi e fabbriche, la difficoltà a lavorare secondo le regole. Argomenti tutt’altro facili da affrontare. C’è poi l’emergenza abitativa: in Cattedrale dormono ancora alcune famiglie che richiedono un alloggio, ma la questione riguarda circa 5 mila famiglie.
Pogliese, poi, come indicato nel programma, dovrà procedere alla pianificazione urbanistica, attraverso la redazione del piano regolatore generale, a quella commerciale – in città non c’è né il regolamento del commercio nè quello dei chioschi e dei dehors – nonché fare i conti con la chiusura del Bilancio – il rendiconto 2017 avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 aprile – e con il piano di riequilibrio, anche se in questo caso il nuovo sindaco potrà contare su Roberto Bonaccorsi, assessore designato, probabile vicesindaco e autore, da assessore al Bilancio dell’amministrazione Stancanelli, proprio del piano di rientro approvato nel 2013 e ancora in vigore.
Infine, compito che potrebbe rivelarsi più arduo del previsto, portare avanti quanto di buono fatto in questi anni. In termini di diritti, non solo civili, di cultura, di promozione della città, di aperture alle varie anime della società civile. Pogliese potrebbe farsi sedurre dalla reazione iconoclasta, e questo potrebbe tradursi in un’ennesima occasione sprecata per la città.