Politeama, l'imbuto perfetto | firmato Orlando-Catania - Live Sicilia

Politeama, l’imbuto perfetto | firmato Orlando-Catania

L'isola pedonale di via Ruggero Settimo

Poveri automobilisti palermitani costretti a vagare in un inferno di lamiere. A piazza Politeama, poi, ecco l'imbuto perfetto. Nessuno si muove. Nemmeno i vigili. Guarda la fotogallery.

PALERMO – Ogni giorno, un automobilista si alza a Palermo, in preda a tremori e sudori freddi. Sa che il ‘ciaffico’ lo perseguiterà, ovunque egli vada. Prendete piazza Politeama, per esempio. D’accordo: l’isola pedonale della vicina via Ruggiero Settimo è bellissima. Una gemma di civiltà. Uno specchio in cui si specchiano tutte le virtù urbanistiche. Una conversione promossa dal duo Orlando-Catania, reverendissimi missionari, piombati in terra di infedeli per redimere tutti gli aficionados del tubo di scappamento. Però, però….

Però, per una complessa questione storico-scientifica, in mancanza di servizi alternativi adeguati, col tram-fantasma che non prende servizio, la macchina resta ancora invincibile quale necessario mezzo di locomozione. E il più sicuro strumento di tortura per l’homo panormitanus medio. Ecco, basta prendere ad esempio piazza Politeama, sublime incastro di confusione. Immaginiamo di avere una mappa sotto gli occhi. I tapini che giungono da via Paternostro e zone contigue sono costretti a proseguire dritti, perché c’è la superba isola pedonale. I malcapitati che confluiscono da via Libertà devono girare a sinistra, per l’identico motivo. Lo spettacolo è superbo, un’installazione di arte contemporanea al semaforo. Un imbuto perfetto, da studiare, da tramandare ai posteri.

L’imbuto, dunque: con centinaia di sofferenti imbottigliati in un universo di lamiere, aggrappati al clacson quale unico sfogo, tra il Politeama e il budello di via Amari. Di solito, l’altra metà del cielo – il panormitanus acculturatus che cammina solo in bici e mangia hamburger vegani alla rosa e al gelsomino – alza le spalle con piglio polemico: e voi perché prendete la macchina? Tiè! Però, però…

Però, forse, il problema appare un po’ più complesso di così. Domanda in carta e forma semplicissime: ma uno che deve prendere la vecchia e disprezzata quattroruote per andare al lavoro, che fa: si licenzia? Chi potrebbe dare una risposta? Forse il sindaco. Forse l’assessore. Forse i vigili che stanno al di qua delle transenne, nel cuore dell’illibata isola pedonale, contemplando il caos, senz’altro mandato che manifestare il proprio ineffabile esserci.


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