Politiche, Sant'Egidio e Pd: la sfida dei cattolici - Live Sicilia

Politiche, Sant’Egidio e Pd: la sfida dei cattolici

La candidatura di Emiliano Abramo, volto della comunità fondata da Andrea Riccardi, segnala l'apertura di un cantiere in zona dem.

CATANIA – All’interno del Partito democratico siciliano c’è già chi guarda avanti. Al dopo 25 settembre. A una ricostruzione, se non – addirittura – a una vera e propria “rifondazione”. In effetti, non si respira grande entusiasmo nel giorno in cui c’è da presentare la candidatura di Emiliano Abramo. Il volto storico della Comunità di Sant’Egidio concorrerà, infatti, per un posto alla Camera in un collegio uninominale ritenuto “complicato”. Partita secca. La sfida sarà con Valeria Sudano: oggi in Lega, ma prima ancora donna simbolo del renzismo siculo.

Il laboratorio siciliano

Il nome di Abramo, tuttavia, segnala il rinsaldare del legame di una parte del mondo cattolico (quello che sui temi dell’accoglienza ha tenuto la barra dritta contro Matteo Salvini) e il partito del Nazareno. Da lì si parte per ridare una casa a un mondo politico che dal 1994, anno dello scioglimento della Democrazia cristiana, è in diaspora.

Lo spazio politico ci sarebbe, a partire proprio dalla Sicilia. Il primo banco di prova c’è stato quando Pietro Bartolo (il medico di Lampedusa) è stato incoronato campione di preferenze alle scorse Europee. Il collegio era appunto quello dell’Italia-insulare. La discesa in campo last-minute di Emiliano Abramo, che fa il paio con la candidatura del consigliere regionale laziale Paolo Ciani al Parlamento, segna una nuova apertura. Anche più importante rispetto a quella di quattro anni fa e che coincide, peraltro, con l’elezione del cardinale Matteo Zuppi, prelato che ben conosce la spiritualità di Sant’Egidio, alla presidenza della Cei.

Spazio interno

Insomma, all’interno del Pd si apre decisamente una prateria. Quella che a Catania – per intenderci – è stata spianata con l’uscita di Angelo Villari e Luigi Bosco dal partito, transitati nel progetto di sicilianista di Cateno De Luca. Ora si tratta di riempirla. Un voto alla volta.

Anche Pietro Bartolo intravede margini d’intesa sempre più stretta tra Demos (movimento politico protesi di Sant’Egidio) e il Pd. Domanda secca: si aprono spazi? “Certamente. Facciamo parte della stessa famiglia e abbiamo gli stessi valori: l’attenzione verso i più fragili e più deboli”, ha detto a LiveSicilia. “Dare alle destre il governo nazionale o ridarlo al governo regionale – sottolinea – sarebbe una iattura con quello che non si è fatto nell’Isola e il disastro che hanno lasciato”.

Barbagallo ci crede

“È il Pd che vogliamo. Anche per questa città, che negli anni è stata abbandonata”. Anthony Barbagallo, segretario regionale dem, parla del modello inclusivo e solidale dettato dall’esperienza di Abramo sul campo. E intanto lo sguardo va alle prossime Amministrative, quando Catania dovrà decidere chi sarà il successore di Salvo Pogliese. La sfida del 25 settembre, in tal senso, può valere come una prova generale per il centrosinistra. 

“Per il Paese e per la Sicilia – insiste Barbagallo – i prossimi cinque anni saranno anni delicatissimi. Con un autunno che si preannuncia caldissimo soprattutto per le famiglie, per le grandi, medie e piccole imprese. Serve una classe dirigente all’altezza della situazione”.

È Giuseppe Provenzano, già ministro per il Sud e vice segretario dem, a ribadire una scelta di campo che guarda decisamente al mondo cattolico. ”Se abbiamo la possibilità di cambiare il volto soprattutto della Sicilia con le risorse del Pnrr lo si deve innanzitutto al Pd e a persone come David Sassoli”. E, mentre si commuove, aggiunge: “Il presidente dell’Europarlamento sarebbe felice di questa candidatura”. Emiliano Abramo ringrazia. 

Valori in campo

Ed è proprio il diretto interessato, parlando con LiveSicilia, a spiegare: “La coalizione del centrosinistra rappresenta l’immagine di una Italia rinnovata. Catania deve avere un rappresentante all’altezza. Io, con modestia, avendo una storia di presenza sul territorio, vorrei essere tale. Sono molto preoccupato perché a destra si torna a parlare di chiudere i porti e di blocchi navali. Io prendo una posizione chiara e sposo l’idea che la società civile deve entrare in questo dibattito pubblico e deve ambire a essere protagonista”. 

E aggiunge: “Il mondo cattolico non trova casa nel Pd, ma trova negli argomenti che stanno animando la campagna elettorale un riflesso di tante tensioni. La mia candidatura nasce dentro l’area cattolica, dentro l’associazionismo e la solidarietà. Quello che occorre è mettere al centro l’uomo anche in questa campagna politica”.


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