PALERMO – Può un fantasma prendere a sprangate due poliziotti? Sì, se per fantasma si intende un clandestino che non ha un’identità precisa. Non si sa quanti anni abbia, né in quale paese straniero sia nato.
Yao Mose Gbo Gbo, a Palermo da almeno quattro anni, con precedenti penali per aggressione, resistenza e incendio doloso, la notte del 30 ottobre scorso si è scagliato contro i due agenti delle Volanti intervenute per sventare un furto.
Il clandestino è stato costretto a presentarsi, accompagnato dall’avvocato Salvatrice Mannino, davanti al giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa che ha deciso di lasciarlo in carcere, accogliendo la richiesta del pubblico ministero.
L’incipit dell’ordinanza di custodia cautelare è la fotografia di un sistema che non funziona: “Gbo Gbo Yao Mose (sedicente), nato il 02.01.1975 in Ghana o Togo (in città non meglio specificata), senza fissa dimora identificato a mezzo cartellino decadattiloscopico n. 143645”. Nel corso dell’interrogatorio ha persino sbagliato più volte la data di nascita.
Gbo è un fantasma che, però, ogni tanto si fa vivo. E lo fa, si legge negli atti dell’inchiesta, con “ferocia, inaudita disumanità e ira che rasenta la follia”. Due anni fa aveva aggredito una pattuglia del Nucleo radiomobile dei carabinieri che lo aveva sorpreso ad appiccare un incendio.
Il 30 ottobre scorso il nuovo episodio. Era arrivata una telefonata al centralino della polizia. Qualcuno stava tentato di entrare in un appartamento in via Oreto, sfondando la porta con una pietra. Ci sono voluti gli agenti antisommossa per bloccare l’uomo. Ad avere la peggio sono stati i due agenti che hanno riportato alcune fratture alle braccia con cui si sono protetti la testa. Ora il clandestino è rinchiuso nel carcere Pagliarelli con l’accusa di violenza, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e tentato furto. E i sindacati di polizia nei giorni scorsi hanno lanciato l’allarme per “la città sempre meno sicura”.