PALERMO – Continua la protesta dei residenti di via Ernesto Basile contro la costruzione di una pompa di benzina esattamente davanti i cancelli d’ingresso delle loro abitazioni, all’interno di un’area dove attualmente sorge un giardino di proprietà dello Iacp. Una battaglia che oggi vede profilarsi una novità: per il consigliere comunale Fabrizio Ferrara e il presidente della Quarta Circoscrizione, Silvio Moncada, “la concessione edilizia è scaduta – scrivono in una nota congiunta –. Lo abbiamo scoperto consultando gli atti depositati presso gli uffici competenti. E davvero non ci spieghiamo come sia stato possibile autorizzare un impianto, con tanto di autolavaggio e zona bar, proprio davanti abitazioni private, senza garantire gli standard minimi di sicurezza per i cittadini e per gli automobilisti, visto che l’impianto dovrebbe sorgere in un’arteria iper trafficata come via Ernesto Basile, e per di più all’angolo con una traversa”.
In particolare, il consigliere Ferrara sottolinea che “stando all’autorizzazione firmata dall’allora dirigente al Suap Alessandra Autore, la ditta incaricata dei lavori aveva l’obbligo di iniziare entro settembre, ma al momento ci sono soltanto le transenne. Per me questo è falso in atto pubblico ed è passabile di una sospensione della concessione. Presenterò al più presto un’interrogazione in Consiglio per capire se ci sono i margini di manovra per un intervento dell’Amministrazione. C’era anche un parere vincolante della Regione sulla realizzazione di questo impianto – conclude Ferrara –, ma intanto il Comune qualcosa può fare”.
“Naturalmente una pompa di benzina, prima di essere autorizzata, deve passare al vaglio di una serie di normative – commenta l’assessore comunale alle Attività Produttive, Marco Di Marco –. Se il distributore è stato autorizzato evidentemente c’erano tutti i pareri necessari. So che l’impianto è a ridosso delle abitazioni ma comunque sorgerà al posto di un giardino di proprietà dello Iacp, per cui siamo nell’ambito del privato. La concessione non era per un’area pubblica ma privata. In questo momento la dirigente al Suap se ne sta occupando e sta verificando se effettivamente è tutto in regola. Lunedì avrò la sua relazione e potrò capire se ci sono gli estremi per una sospensione”.
I cittadini, dal canto loro, sono in stato di agitazione da quindici giorni e hanno già comunicato che la loro protesta andrà avanti a oltranza fino a quando non saranno revocate le autorizzazioni. A spaventarli non è soltanto la realizzazione dell’impianto in sè ma anche la costruzione di un muro a protezione delle abitazioni, che al tempo stesso però creerebbe notevoli difficoltà per l’accesso. “Io ho un figlio disabile, lo trasportiamo con un furgoncino – dice una signora disperata –. Come faremo a fare manovra, a farlo uscire? Hanno detto che faranno un viale d’ingresso, ma largo quanto? E almeno alcuni di noi hanno un ingresso alternativo. Ma ci sono famiglie che hanno solo quell’accesso e ora se lo ritroveranno chiuso”.