Il Ponte sullo Stretto di Messina è inutile e dispendioso dal punto di vista economico, rischioso dal punto di vista tecnologico, dannoso dal punto di vista ambientale. Appalto e Via andrebbero rifatti, e la legge sul Ponte potrebbe essere anticostituzionale. Sono le obiezioni all’opera contenute in un dossier preparato da un pool di esperti per conto delle ong ambientaliste Kyoto Club, Lipu e Wwf.
Secondo lo studio, dati i volumi di traffico, l’opera sarebbe inutile e anti-economica. Nessun privato la finanzierebbe, perché non potrebbe rientrare nell’investimento, e il Ponte rimarrebbe a carico dello Stato.
Sarebbe a rischio per i terremoti e il vento, e rovinerebbe il paesaggio e l’habitat degli uccelli migratori.
Creerebbe poca occupazione (solo 507 persone al mese) e bloccherebbe il traffico delle portacontainer perché troppo basso, solo 65 metri sul livello del mare.
Per gli esperti incaricati dalle ong, l’appalto andrebbe rifatto, perché quello con il general contractor Eurolink (capeggiato da Webuild) sarebbe stato annullato per legge nel 2013. Andrebbe rifatta anche la Valutazione di impatto ambientale, perché il progetto non è stato realizzato entro 5 anni.
Il dossier avanza dubbi di costituzionalità sul recente Decreto sul Ponte (convertito in legge), per la sospetta violazione degli articoli 9 (tutela del paesaggio e dell’ambiente), 32 (tutela della salute) e 41 (iniziativa economica privata).
Dall’altra parte c’è chi difende l’iniziativa.
“Sei miliardi e mezzo di euro all’anno: è l’impatto negativo sul Pil regionale della Sicilia per la mancata realizzazione del Ponte sullo stretto e 370 milioni di euro, su base annua, è il danno economico subito dall’Italia per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico del Brennero”. Lo ha detto il presidente di Fai Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, nel suo intervento che ha aperto i lavori della celebrazione a Taormina alla presenza del vicepremier Matteo Salvini.
“Siamo in questa terra stupenda – ha proseguito Uggè – ma non solo perché vogliamo testimoniare come il nostro impegno verso il trasporto, fondamentale per l’economia insulare, nazionale ed europea, diverrà uno degli obiettivi futuri della nostra azione”.
“Sulla questione Ponte dello Stretto credo – ha affermato – siamo la realtà che più di altre ne sta sostenendo la realizzazione e non per controbattere le dichiarazioni polemiche che taluni ambientalisti di mestiere rilasciano, in quanto permeati solo della cultura del “No” ma per la convinzione che sia dannoso per il Paese intero non sostenere un’opera indispensabile” “Fai non ha mai avuto titubanze a sostenere le battaglie che ritiene giuste, necessarie alla categoria, come nella fattispecie, all’economia del Paese”, ha concluso.