Porto aperto alla città |Tra gioia e critiche - Live Sicilia

Porto aperto alla città |Tra gioia e critiche

Non sono mancate le critiche all’iniziativa che ha chiuso il porto al traffico veicolare anche per i diportisti e i concessionari.

24 e 25 aprile
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CATANIA – Frittura di paranza contro orto biologico, pane di timilìa, tè verde di Raddusa, pizzoli e cene in barca. La festa del porto, in chiave food, ha registrato un’innegabile successo di pubblico. Per il 25 aprile, festa della liberazione nazionale, Catania sceglie di “liberare” il porto (dalle macchine) e lo fa dando spazio ad una nuova rassegna dello street food, il PopUpFoodMarket che ha messo insieme tanti nuovi brand emergenti della ristorazione catanese. 

“C’è una Catania che a me piace e che comincia a prendere forza e corpo”. La Catania che si risveglia descritta dal sindaco Enzo Bianco in un video messaggio condiviso, in queste ore sui social, è la Catania che dalle prime luci dell’alba di domenica scorsa ha iniziato ad organizzare i bazar del mercatino delle pulci, ospitato nell’area esterna della Vecchia Dogana. È la Catania delle associazioni le quali, insieme con gli operai della Multiservizi, hanno permesso che l’Anfiteatro Romano di Piazza Stesicoro venisse ripulito e tenuto aperto in questi giorni festivi. È anche la Catania degli stand che al porto hanno ospitato il PopUpFoodMarket, l’evento tenutosi che ha catalizzato l’attenzione di questo weekend lungo e che ha, almeno in parte, fatto dimenticare le polemiche sulla pista ciclabile che in questi giorni hanno tenuto banco. 

Il PopUpFood Market, il nuovo format della vulcanica Sarah Spampinato, è riuscito a fare nuovamente centro. Reduce dai successi del più modaiolo PopUpMarket, Sarah è riuscita infatti in un piccolo miracolo. In collaborazione con il Comune di Catania e con Alessandro Scardilli, che sta operando per far rinascere la Vecchia Dogana, è riuscita ad organizzare un evento che da una parte ha fatto riscoprire il porto a piedi, almeno per un weekend e dall’altra è diventato la testa d’ariete per far asfaltare il fondo stradale del piazzale antistante la Vecchia Dogana, area che, lo scorso 21 Aprile in concomitanza con l’arrivo dei 2800 crocieristi di Costa Luminosa, era stata lasciata ancora con i lavori a cielo aperto.

Vivere il porto a piedi, liberato dalle macchine, aperto alle famiglie, ai bambini, ai cani e alle biciclette è diventato per un giorno realtà. Si poteva entrare dalla Vecchia Dogana, dove un salotto sonoro accoglieva curiosi ed interessati. Uscendo dalla galleria la prima tappa d’obbligo era quella del Food Market di fronte al Club Nautico di Catania. Da lì, dopo aver scelto cosa gustare e decidere se intrattenersi per salutare amici e conoscenti o rilassarsi sulle sdraio per ascoltare un po’ di musica, la seconda tappa era il Caffè del Porto, lo storico locale che per primo ha scommesso, già da qualche anno, nella voglia di riscatto del porto, in chiave musicale e modaiola e non più mercantile.

Infine i più avventurosi, facendo attenzione al basolato lavico del porto che risulta sempre assai dissestato, si spingevano fino al chioschetto della Banchina 19. Lì l’atmosfera si faceva più rilassata e la musica lasciava spazio anche ai rumori del vento e delle barche. Purtroppo invece, raggiungere il molo di levante e godersi una delle passeggiate più panoramiche e suggestive di Catania risultava davvero difficile in quanto i molti lavori di sistemazione del porto non consentono, ormai da troppo tempo, una fruibilità accettabile della zona. 

Quattro tappe per riscoprire il porto a piedi, apprezzate da molti ma non da tutti. Infatti non sono mancate le critiche anche aspre all’iniziativa che ha chiuso il porto al traffico veicolare. Oltre 200 autoveicoli di persone, proprietarie di barche in primis, sono rimasti fuori dalla sbarra doganale, in quanto, è stato loro vietato l’ingresso al porto con la propria automobile anche solo per poter scaricare la spesa fatta per la cambusa della propria imbarcazione. Gli stessi dirigenti dei vari circoli nautici infatti non erano stati opportunatamente avvisati della festa del porto e dunque non hanno esitato a muovere critiche ad una gestione portuale che non ha tenuto conto sufficientemente delle esigenze di chi, invece, contribuisce tutti i giorni, e non solo la domenica, a far vivere il porto con attività diportiste e sportive. Un contro senso, hanno affermato in molti, in quanto proprio in questa occasione, avrebbero potuto essere più coinvolti.

Critiche anche da qualche avventore per le difficoltà riscontrate dai disabili a circolare nell’area esterna la Vecchia dogana, in cui oltre ai binari ferroviari, sull’asfalto sono presenti buche e dislivelli. Gli stessi che hanno evidenziato come alcun varco sia stato spostato, nonostante gli annunci iniziali, e come la chiusura della sbarra di via Dusmet – ancora presidiata dalla Guardia di Finanza, abbia fatto della liberazione del porto un’iniziativa a tempo.

Poca nautica e poca vela, in sostanza poco mare per una festa che, nonostante la chiave enogastronomica, per la prima volta intendeva far riscoprire il porto di Catania alle famiglie. “è stata un’impresa ardua” ha dichiarato Sarah Spampinato, organizzatrice dell’evento.

“Liberare il porto anche solo per due giorni dalle macchine è stata un’ impresa molto complessa che ha richiesto uno sforzo congiunto di tante persone che hanno competenze concorrenti qui al porto. Capisco l’arrabiatura per eventuali disagi di alcuni, è giusto sfogarsi ma denigrare il lavoro altrui no, non l’accetto. Del resto l’evento è piaciuto parecchio e ha superato i risultati che ci aspettavamo. Grazie all’organizzazione di questi eventi stiamo riuscendo a compiere piccoli miracoli cittadini che sono, invece, anche esempi di civiltà necessari per la città”.

A spiegare come la “liberazione” del porto sia un processo avviato, ma che necessita di tempo, è il neo commissario straordinario dell’Autorità portuale, Nunzio Martello. “Il 25 aprile si sono alzate le sbarre del varco Dusmet, anche i cancelli del piazzale antistante la Capitaneria di Porto aperti – afferma. Ovviamente il porto in questo momento è anche interessato da lavori non indifferenti di adeguamento infrastrutturale, quindi stiamo cercando di mettere il più possibile in sicurezza le zone che saranno aperte alla città. Chiedo a tutti i catanesi di perdonarci se c’è un po’ di non perfezione nelle cose ma credo che capiranno che quello che stiamo facendo è uno sforzo sinergico di tutti coloro che lavorano all’interno del porto per far sì realizzi questo grande sogno. In attesa di potere realizzare il grande sogno di dividere la parte commerciale del porto da quella diportistica, in modo tale che la parte diportistica possa essere utilizzata dai catanesi quotidianamente e serenamente. Questa è una mia idea e spero nei termini del mio mandato di riuscire quantomeno a gettarne le basi – conclude. Basi solide”

 

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