CATANIA – “Quando si fanno grandi cambiamenti, è normale stare sulla pancia a qualcuno”. Alcuni dei cambiamenti del porto di Catania sono sotto gli occhi di tutti. Altri si vedranno: per esempio, il tunnel di 300 metri che dovrebbe collegare l’uscita del porto dal lato della playa con il raccordo autostradale al di là del faro Biscari. Un’anticipazione del nuovo piano regolatore del porto che presto sarà presentato dal sindaco di Catania Enrico Trantino e dal presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia orientale Francesco Di Sarcina.
Presidente Di Sarcina, lei a chi sta sulla pancia?
“Quando si fanno delle attività di riorganizzazione pesanti, nel porto, si vanno ovviamente a toccare tutta una serie di situazioni che erano incancrenite da tempo e che vengono rimesse in discussione. Sempre nell’interesse pubblico. Fortunatamente nella maggioranza dei casi gli stakeholders del porto sono stati collaborativi perché vedono in queste riorganizzazioni delle prospettive di crescita, guardano lontano. Altre volte, invece, questi cambiamenti non vengono percepiti nel modo migliore, perché taluni soggetti non vedono al di là del proprio interesse personale. Interesse che è, beninteso, del tutto legittimo”.
Si riferisce al project financing da 350 milioni e passa o anche ad altro?
“Anche ad altro. Ci sono concessionari minori che spesso fanno resistenze. Situazioni che disturbano l’andamento ordinario dell’attività di un ente e che impegnano l’amministrazione a rispondere. Non farò nomi, naturalmente. Basti sapere che stiamo prendendo delle decisioni sui porti di Catania e di Augusta e che queste decisioni incontrano… Non dico ostacoli, ma fastidi, ecco”.
Tra le decisioni mi risulta che ne stiate prendendo anche una, abbastanza importante, che riguarda un tunnel da costruire tra l’uscita del porto e il faro Biscari. Me lo conferma?
“Sì. Abbiamo trovato una soluzione tecnica per convogliare i mezzi, in ingresso o in uscita, verso la bretella autostradale. Senza interessare la viabilità ordinaria”.
Come si fa?
“Si fa un tunnel che vedrete quando si presenterà il nuovo piano regolatore portuale. Le scelte progettuali sono già state fatte, mancano gli elaborati che permetteranno l’avvio dell’iter per l’approvazione. La città non vedrà più i mezzi del porto, in quella rotonda delicatissima. E, aggiungo, visto che non ci saranno più i mezzi pesanti, si potrà pensare di collegare in sicurezza la città con la Playa, per i pedoni e i cittadini”.
Quando si vedono i turisti passeggiare su via Domenico Tempio, in effetti, fanno un po’ tenerezza. Chissà se avevano previsto, quando avevano cercato su Google Maps il modo più veloce di arrivare al mare, di trovarsi in una strada come quella.
“Le posso dire che uno dei mood di questo piano regolatore è finalmente di aprire il porto alla città, nella misura giusta, e soprattutto dare la possibilità, in questa riorganizzazione generale, di creare una fascia cuscinetto, tra il porto e la città, che permetta di arrivate dalla Civita alla Playa in maniera seria, dignitosa e soprattutto sicura. Come? Poi lo vedremo quando presenteremo il piano. Prossimamente. Possiamo dire che c’è un riequilibrio delle funzioni del porto, a vantaggio delle funzioni urbane, senza sopprimere quelle commerciali”.
A quando risale il piano regolatore portuale attualmente in vigore?
“Al 1978”.
Più recente del piano regolatore generale della città, comunque. Passando ad altro: il Molo di Levante. A che punto siamo?
“Siamo in fase di validazione del progetto esecutivo. Nei prossimi mesi iniziano i lavori. Come da cronoprogramma saranno finiti entro il 2026. Anche prima, si spera”.
Il traffico container quando passerà da Catania ad Augusta?
“Abbiamo firmato i documenti per finire questo passaggio entro il primo trimestre di quest’anno. Qualcosa resterà qui a Catania, ma poco”.
Parliamo del project financing. Lei ritiene che sia la strada più funzionale per rendere questo porto efficiente.
“Assolutamente sì. Di strade ce ne sono mille, naturalmente. Io non posso dire che la strada che abbiamo scelto sia necessariamente la migliore, però è quella che è stata testata con grande successo da altri porti, anche in Sicilia. E quindi io ritengo che, avendo visto anche ciò che è accaduto altrove, sia il modo più moderno di affrontare certi temi. Cioè: evitare una frammentazione eccessiva dei vari servizi, avere a che fare con tante persone, ciascuna coi suoi tempi, e soprattutto non avere investimenti. Il project prevede degli investimenti privati sull’infrastruttura portuale. Si ottiene più che con un affidamento classico”.
L’unico soggetto partecipante alla gara d’appalto da 176 milioni è lo stesso che ha proposto la finanza di progetto in prima istanza. La società palermitana, le due cooperative catanesi e le due società augustane.
“Queste società sono le uniche che già adesso gestiscono servizi in entrambi i porti, sia a Catania sia ad Augusta. Tranne la capofila di Palermo. I servizi proposti a bando o erano già svolti da chi ha presentato la proposta, oppure non erano servizi che venivano offerti. L’unica differenza tra Catania è Augusta è che la società Eco Tourist gestiva una piccola porzione di parcheggi”.
Eco Tourist è la società che ha presentato l’esposto alla procura di Catania e all’Anac.
“Non intendo fare polemica, perché qui dobbiamo lavorare e basta. Voglio solo dire che qui non stiamo facendo nessun tipo di imbroglio. Tutto ciò che è stato sottolineato nell’esposto può essere smentito. Sono oltretutto rilievi di carattere amministrativo: per quale motivo non è stato fatto ricorso al Tar, chiedendo una sospensiva e chiedendo immediatamente a un giudice di verificare i fatti? Perché non seguire la via maestra? Di fronte a un’ordinanza del Tar avremmo dovuto necessariamente fermare tutto e aspettare”.
Due delle società di Augusta fanno riferimento alla famiglia della vicesindaca di Augusta, Tania Patania, che ha anche le deleghe alle Attività portuali. Lei in passato è stato molto netto rispetto a questo genere di commistioni. Oggi no?
“Questo è un tema politico. Sul piano politico bisognerebbe chiedere alla diretta interessata”.
Tecnicamente non c’è conflitto di interessi.
“Non c’è proprio dal punto di vista della definizione che l’Anac dà del conflitto di interessi. Conflitto di interessi si avrebbe nel caso in cui tu partecipi a una mia gara e sei nella posizione di potere influenzare la mia decisione finale. La vicesindaca Patania è assessora, al massimo può influenzare i suoi uffici, che sono quelli del Comune”.
E la delega alle Attività portuali che ha Patania?
“È una delega che non ha alcun valore in una città sede di Autorità portuale, in cui tutte le decisioni attengono al presidente di quell’Autorità. Certamente la delega ha una valenza politica, ma non ha alcun valore dal punto di vista amministrativo. L’assessora non può ingerire su nessun atto fatto da me. Per legge. Non ho nessun obbligo di ascoltarla né posso temere ritorsioni perché i miei atti non passano da lei. Se il porto di Augusta fosse stato un porto gestito dal Comune, come nel caso di Riposto, sarebbe stato diverso”.
A che serve la super-commissione di tecnici che nominerete per valutare il progetto?
“Il tema è questo: noi non abbiamo fatto patti col diavolo. Io voglio una cosa che serva al porto. La proposta che è arrivata dal proponente deve essere utile, più di quanto non fosse quella che abbiamo messo a gara. Deve essere, insomma, migliorativa. Al di là del fatto che non ci sia una comparazione, servirà un responso oggettivo sulla qualità e sull’efficacia della proposta arrivata. Quando e se avremo l’aggiudicazione, avremo la ragionevole certezza che ogni cosa che si farà sia di pubblico interesse e coerente con il bando”.
Dal punto di vista amministrativo, come si inserisce questa commissione nel percorso di aggiudicazione della gara già cominciato?
“La commissione farà una verifica di conguità. Io, che sono il presidente dell’Autorità portuale e aggiudico la gara, mi avvarrò del suo parere. Noi non dobbiamo dimostrare ad altri di essere trasparenti. Noi lo siamo, fino a prova contraria. Vogliamo essere certi di chiamare persone che ci aiutino sul serio e che ci diano un giudizio oggettivo sul piano squisitamente tecnico”.
Quindi, prima di mettere nero su bianco l’aggiudicazione…
“Io devo sapere che quella proposta è utile, conforme, efficace e costruttiva. Se non lo è, vado dai signori e dico loro «arrivederci». Chiaro?”.