Porto di Palermo, la corsa alla successione: i nomi

Porto di Palermo, la corsa alla successione per il ‘dopo Monti’: i nomi

Il risiko delle nomine

PALERMO – La poltrona più ambita è quella dell’autorità portuale di Palermo, chiamata della “Sicilia occidentale”, che comprende anche Termini Imerese, Trapani, Porto Empedocle, Licata e Gela. Ma la corsa alla successione di Pasqualino Monti (nella foto), presidente uscente già nominato all’Enav, è solo un pezzo di una trattativa su scala nazionale che riguarda Messina e, in un’ipotesi remota, anche Catania.

Il dossier è nelle mani del viceministro leghista Edoardo Rixi e le trattative vanno avanti da mesi ma ormai i tempi sono maturi: nelle prossime settimane il ministero dei Trasporti dovrà nominare i presidenti di nove porti sparsi in giro per l’Italia tra cui quelli più prestigioso, ossia Genova e Trieste, a cui si aggiungono La Spezia, Civitavecchia, Bari, Brindisi, Taranto e, in Sicilia, Palermo e Messina.

Le nomine, effettuate d’intesa con le Regioni ma firmate dal ministro Matteo Salvini, passeranno poi dalle commissioni Trasporti di Camera e Senato e, dopo il vaglio contabile, diventeranno effettive. Un risiko su cui peseranno i rapporti di forza nel centrodestra ma su cui influirà anche l’esito delle elezioni in Liguria, con un effetto domino che potrebbe coinvolgere anche l’Isola.

Palermo, il “dopo Monti”

Le autorità portuali non hanno tutte lo stesso peso e Palermo è tra le più prestigiose, grazie anche al lavoro portato avanti negli ultimi otto anni da Pasqualino Monti. Un tecnico capace di ottenere risultati tangibili, con investimenti realizzati e cantieri portati a termine, ma anche di dialogare con la politica riportando la pace in una piazza che era finita nel gioco dei veti incrociati.

Non è un mistero, quindi, che la corsa alla successione abbia attirato le attenzioni dei partiti, decisi a non farsi sfuggire l’occasione di piazzare i big a capo di un ente che gestisce progetti milionari.

Lega in pole position

Tra i pretendenti ci sarebbero vari politici tra cui l’ex parlamentare Francesco Scoma in quota Lega, attualmente presidente di Amg, partecipata del comune di Palermo, che avrebbe ricevuto il via libera direttamente da Salvini col beneplacito di Renato Schifani.

Un nome, quest’ultimo, frutto di accordi nazionali che avrebbe provocato però qualche mugugno nel centrodestra e in particolare nel Carroccio locale, anche se al momento resta tra i più accreditati. Fra questi spicca anche quello di Federica Montaresi, segretario generale dell’Autorità a La Spezia, che rientrebbe in un gioco di incastri su scala nazionale.

In pole position ci sarebbe però anche l’attuale segretario generale dell’Autorità di Palermo, Luca Lupi, molto stimato da Monti e che garantirebbe una continuità con la precedente gestione, anche se viene dato in corsa pure su Messina.

La corsa sullo Stretto

L’Autorità dello Stretto comprende Messina e Reggio Calabria ma gestisce anche Milazzo e Tremestieri: una piazza che, con il Ponte, è destinata ad acquisire prestigio e importanza.

Indiscrezioni di stampa vogliono tra i pretendenti l’attuale numero uno di Civitavecchia Pino Musolino, l’avvocato Francesco Rizzo, l’ammiraglio Pietro Vella (di cui si parla anche per Palermo) oltre ad alcuni dirigenti dell’ente e al segretario di Catania Attilio Montalto. Una piazza, quella etnea (che comprende Augusta), che potrebbe entrare in gioco se l’attuale presidente Francesco Di Sarcina dovesse traslocare a La Spezia.

In corsa per lo Stretto però ci sarebbero anche tanti outsider tra cui il giovane palermitano Antonino Lo Burgio, cresciuto al Mit e stimato dai dirigenti del dicastero.

Le mosse dei partiti

Le nomine dovranno garantire l’equilibrio anche fra i partiti e, di conseguenza, un eventuale interessamento della Lega per Messina vanificherebbe gli sforzi su Palermo, per non parlare di Catania.

Ma anche dentro Forza Italia si sta giocando una partita, visto che i presidenti di Sicilia e Calabria, Renato Schifani e Renato Occhiuto, dovranno esprimere un parere congiunto per l’Autorità dello Stretto.

Le trattative sono ancora in corso e dipenderanno da quel che accadrà nel resto d’Italia, specie a Genova e Trieste, ma il centrodestra siciliano (e non solo) è già in movimento con Fratelli d’Italia che non resterà a guardare. E, in caso di stallo, non si escludono possibili nomi a sorpresa.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI