05 Aprile 2022, 13:03
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Un miliardo di euro per il rigassificatore di Porto Empedocle, nell’agrigentino. Ad annunciarlo è stato ieri l’amministratore delegato del gruppo Enel, Francesco Starace, a margine del convegno di Merita. “Un investimento che era purtroppo stato messo in naftalina – ha dichiarato il manager – che ha tutti i permessi che, per sette anni, abbiamo rinnovato anno per anno aspettando che ci fosse finalmente il via libera”.
L’obiettivo è quello di attrezzare la Sicilia a ricevere navi gasiere e dare flessibilità di fornitura di gas. Le dichiarazioni dell’ad di Enel hanno riacceso l’eterno dibattito sulla realizzazione dell’impianto il cui progetto era stato già presentato oltre un decennio fa prima di essere “stoppato” da infinite diatribe giudiziarie e da una forte resistenza del territorio con un comitato appositamente costituito per dire no alla costruzione. L’ultimo sussulto nelle aule di tribunale si è registrato lo scorso marzo quando i giudici della seconda sezione del Tar di Palermo si sono pronunciati sulla Valutazione di impatto ambientale che permetterebbe a Enel di realizzare il sito di trasformazione e distribuzione del gas sbloccando l’iter del metanodotto di Snam Rete Gas Spa «allacciamento terminale gnl Nuove Energie di Porto Empedocle” respingendo il ricorso del Comune di Agrigento. Secondo l’amministrazione comunale il tracciato è destinato ad avere un notevole impatto su un territorio con un considerevole patrimonio storico, artistico e culturale.
La vicenda, oltre ad essere caratterizzata da “battaglie” a suon di ricorsi, ha subìto un’accelerata anche (e soprattutto) con l’invasione russa dell’Ucraina e la necessità di rendersi quanto più indipendenti dall’importazione del gas investendo proprio su impianti di rigassificazione. Quello di Porto Empedocle, in particolare, prevede la trattazione di quasi 8 miliardi di metri cubi di GNL all’anno, vale a dire un decimo del fabbisogno nazionale con le navi metaniere verrebbero accolte nel porto e il GNL da loro trasportato verrebbe riportato alla forma gassosa e infine distribuito attraverso la rete. Dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato del gruppo Enel si è riaperto l’ormai eterno dibattito con le contrastati posizioni tra chi è favorevole alla realizzazione dell’impianto e chi, invece, no. Tra questi ci sono le associazioni ambientaliste del territorio come Mareamico che spiega così le ragioni dell’opposizione al progetto: “Siamo da sempre contrari alla costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle, come eravamo contrari al riempimento a mare che lo dovrebbe ospitare. Avevamo previsto che l’occupazione di questo pezzo di mare avrebbe provocato danni nelle zone vicine e la cosa è puntualmente avvenuta: a pochi metri assistiamo all’erosione costiera che sta inghiottendo la collina del Caos e rischia di far franare la strada statale 640 – ha dichiarato Claudio Lombardo di Mareamico Agrigento – Siamo altresì contrari perché questo impianto, a circuito aperto, restituirebbe in mare grossi quantitativi di acqua più fredda e clorata. Stiamo parlando di quantitativi dell’ordine di 600.000 metri cubi al giorno che, trattate con cloro, rilasciano sostanze tossiche e mutagene, i cloro-derivati organici, che provocherebbero l’eliminazione degli organismi costituenti lo zooplancton, delle uova e delle larve di pesce, con conseguente impoverimento del mare e la formazione di schiume. Infine – conclude l’associazione ambientalista – una cosa da non sottovalutare è che questo impianto deve sottostare alla normativa Seveso che distruggerebbe per sempre la vocazione turistica di Porto Empedocle e di San Leone.”
Un’apertura arriva invece dalle sigle sindacali come la Cgil di Agrigento guidata da Alfonso Buscemi: “Non possiamo che essere favorevoli alla costruzione del rigassificatore soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo. Sarebbe un’opera importante che farebbe di Porto Empedocle un punto nevralgico. Tutto questo, però, deve avvenire in maniera consona al territorio”. Reazioni arrivano anche dal mondo politico. I sindaci di Porto Empedocle e Agrigento, Calogero Martello e Franco Miccichè, sono stati auditi negli scorsi giorni dalla IV Commissione Ambiente presieduta dall’onorevole Giusi Savarino che ha commentato così: “Da quanto emerso nel corso dell’incontro istituzionale appare lampante che non basta una sentenza, su uno dei due ricorsi pendenti, presentati dalla città di Agrigento, per riattivare un progetto vecchio di quindici anni. È indubbio che le autorizzazioni che reggevano il progetto dovranno essere rinnovate.” Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex capogruppo all’Ars del M5S, Giovanni Di Caro, con il deposito di un’interrogazione parlamentare con la richiesta al presidente della Regione Musumeci e all’assessore del Territorio e Ambiente Cordaro dello stato dell’arte dei permessi rilasciati dalla Regione per la realizzazione del terminale di rigassificazione.
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05 Aprile 2022, 13:03