CATANIA – Non si fa attendere la replica di Alessandro Porto, capogruppo “Con Bianco per Catania” sulle recenti dichiarazioni rilasciate dai vertici dell’associazione commercianti. “Non volevamo crederlo – dichiara tramite una nota – ma dobbiamo arrenderci di fronte all’evidenza: i ripetuti attacchi di Saguto e Sorbello all’amministrazione comunale e al Consiglio comunale che si sono succeduti in questi anni sono evidentemente frutto di un sempre più cupo rancore personale”. Giovanni Saguto, presidente dell’associazione commercianti di Catania e Francesco Sorbello, vice direttore provinciale di Confcommercio avevano duramente commentato la mancata approvazione in Consiglio della delibera sulla rottamazione delle cartelle esattoriali per via del numero legale insufficiente. “E’ ormai palese – prosegue Porto – che Sorbello e Saguto utilizzano ogni scusa per inviare comunicati su qualsiasi argomento, spesso senza alcuna attinenza con il commercio, ripetendo che con il Comune “non c’è confronto”.
“Se fosse vero, e non lo è, ci sarebbe da chiedersi come mai con il presidente provinciale di Confcommercio Riccardo Galimberti l’Amministrazione intrattenga invece rapporti cordiali e costruttivi. La risposta sta probabilmente nel fatto che Galimberti non chiede nulla per sé ma, piuttosto, per la categoria che rappresenta e ha un approccio costruttivo. Diversa è invece la situazione per Saguto e Sorbello. Tutti sanno, infatti, delle reiterate pressioni per ottenere un assessorato, quello al Commercio nella fattispecie, per uno dei due: non si spiegherebbe altrimenti la decisione di far firmare i comunicati non soltanto al Presidente, ma anche al Vicedirettore (vice, ricordiamolo)”.
“A questo punto è però legittimo chiedersi come si potrebbe affidare un compito tanto delicato a una coppia che, dopo aver osannato nei decenni precedenti i centri commerciali, oggi continua nella medesima, antistorica, visione del commercio, sostenendo la necessità di intasare di auto il centro storico condannandolo all’inquinamento e al degrado. Dalle crisi, come tutti sanno, si esce con l’innovazione, non certo volgendo lo sguardo indietro e scaricando sugli altri responsabilità che sono tutte di questi personaggi abbarbicati a una concezione ormai antica del commercio”.
“Un esempio per tutti: la metropolitana in questi giorni sta portando migliaia e migliaia di cittadini e turisti in un centro storico in cui, in occasione della Festa di Sant’Agata, i negozi avrebbero dovuto rimanere aperti fino a tardi e invece non lo erano. L’ultima stazione della Metro era stata inaugurata da Enzo Bianco e la tratta è rimasta sostanzialmente ferma per quindici anni. Tre lustri in cui Saguto e Sorbello si sono trincerati dietro l’assunto che un esercizio commerciale possa fare buoni affari soltanto se si permette alle auto di parcheggiare davanti al negozio, magari in seconda o in terza fila. Una concezione da terzo mondo oltre che assolutamente fasulla: in ogni parte dell’Occidente, e non solo, i dati dimostrano come nelle città in cui il centro storico sia stato addirittura chiuso, le attività commerciali si sono impennate. E non mi si venga a dire che Catania è diversa: ricordate le barricate dei commercianti per il Lungomare liberato? Oggi la situazione è ben diversa. Concludendo, siamo certi che i commercianti si attendono dai loro rappresentanti non guerre personali e politiche ma proposte concrete a nome della categoria”.