PALERMO – “L’ennesima riorganizzazione di Poste Italiane ha prodotto solo effetti caotici, conflittualità interna fra un ufficio e l’altro e lamentele della clientela. Ormai da anni assistiamo ad interventi modificativi da parte dell’Azienda su modelli già consolidati che, oltre a tradursi in nuovi tagli di posti di lavoro, non producono effetti positivi soprattutto sulla qualità del servizio. Inoltre non abbiamo bene compreso perché si è individuata nel tempo la nostra Regione e in particolare il territorio di Palermo quale terra di “sperimentazioni di nuovi modelli”.
Sono parole del coordinatore territoriale della Cisl Poste di Palermo e Trapani Maurizio Affatigato che in una lunga nota elenca le falle a suo giudizio create nel servizio postale dalla riorganizzazione decisa dai vertici aziendali. Un lungo elenco che inizia per fare qualche esempio dalla “chiusura di uffici a doppio turno (6 solo a Palermo su 12 in tutta la Sicilia) mentre la nostra città continua a detenere il “primato” rispetto alle altre 8 Province. Il recapito a giorni alterni – prosegue la nota di Affatigato – sulla base della nuova organizzazione che ha eliminato il 50% delle zone e di personale, nei 4 CPD (Centro Primario Distribuzione) Bagheria – Carini – Monreale – Termini Imerese e nei 5 CSD (Centri Secondari Distribuzione) Cefalù – Corleone – Lercara Friddi – Partinico – Petralia Sottana della provincia di Palermo, dopo solo un anno dall’avvio di questo “geniale” progetto ha portato al collasso uno dei settori più storici e rappresentativi di questa nostra Azienda”.
“Per non parlare degli standard di qualità – continua il sindacalista della Cisl di categoria -, dove i costi di spedizione da parte del mittente sono gli stessi, sia verso destinazioni con recapito a giorni continui che a giorni alterni con differenza di consegne da 24 a 48 ore (es. raccomandata 1), a tutto questo aggiungiamo che l’arrivo della corrispondenza per tutta la Sicilia è solo a Catania con un ulteriore ritardo di consegna anche oltre le 48 ore. Giusto e condivisibile il progetto di agevolare il cliente a recarsi nel più vicino Ufficio Postale dalla propria residenza per ritirare un plico, ma, come spesso accade nella nostra Azienda la pratica non corrisponde alla teoria. Mancano di fatto le minime condizioni a renderlo fruibile per la clientela e appena sostenibile per i lavoratori e il risultato finale è sotto gli occhi di tutti: difficoltà nelle procedure operative preliminari alla consegna, spazi inidonei, lunghe attese allo sportello, senza nessuna logica ed equilibrio tra un ufficio e l’altro degli oggetti a firma in giacenza, tutto questo influenza negativamente la produttività e la qualità del servizio stesso, gli unici che pagano sono i cittadini e i lavoratori impegnati all’interno”.
“La carenza strutturale di organico – conclude la nota del sindacato dei postali – non può giustificarsi o risolversi chiudendo gli uffici a doppio turno l’Azienda potrebbe considerare i 280 part-time che attendono da oltre 6 anni la trasformazione del loro rapporto di lavoro a full-time. Sembra un paradosso, i lavoratori si vedono negare un proprio diritto (orario di lavoro, ferie, straordinario e missioni non pagate), una situazione insostenibile che non vede via d’uscita ma il sindacato tenta di sollecitare l’azienda a rendersi conto che non si può continuare in queste condizioni. Presunzione e fantasia stanno portando una azienda di servizi utili alla nostra società al collasso. Pertanto questa organizzazione sindacale ha già concluso il 19 giugno scorso un percorso assembleare che ha coinvolto tutti gli uffici di Palermo e Provincia, dal 10 giugno al 10 luglio e ancora dal 26 luglio al 23 agosto si continuerà con una agitazione regionale e come anticipato visto l’indifferenza dell’Azienda anzi l’accanimento verso i lavoratori con contestazioni e sanzioni, il sindacato ha programmato un’assemblea per il giorno 1 agosto 2017. Ci scusiamo anticipatamente con la clientela per i possibili disagi che si potrebbero verificare”.