Slp Cisl: "Inutile lo sciopero, salvaguardare le occupazioni"

Slp Cisl: “Inutile lo sciopero, salvaguardare le occupazioni”

"Un gesto vuoto che ha penalizzato i lavoratori"
LA NOTA
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3 min di lettura

PALERMO – “Lo sciopero generale nel settore postale è avvenuto, e i numeri parlano chiaro: la scarsissima adesione in Sicilia, ferma al 2%, ha purtroppo confermato le nostre preoccupazioni. Come Slp Cisl, e come ha sempre ribadito il Segretario Regionale Maurizio Affatigato, non abbiamo aderito a questa protesta, e le ragioni sono oggi più che mai evidenti”, si legge in una nota diffusa dalla Slp Cisl.

“La nostra priorità assoluta è salvaguardare l’occupazione e i salari, e un’azione di questo tipo, in questo preciso momento, si è dimostrata non solo inutile e controproducente, ma un gesto vuoto che ha penalizzato i lavoratori invece di sostenerli. I problemi ci sono, eccome“, continua la nota.

“Ma la nostra convinzione è che vadano risolti attraverso la negoziazione, anche aspra, senza abusare di uno strumento di lotta che deve rappresentare l’ultima risorsa.

30.000 nuovi Posti di Lavoro: Un Segnale Tangibile dell’Azione Sindacale Pensiamoci

Poste Italiane è oggi l’unica azienda in Italia ad aver continuato ad assumere con stabilità. Negli ultimi cinque anni, sono stati creati quasi 30.000 nuovi posti di lavoro. Questo dato parla da solo e testimonia l’efficacia dell’azione sindacale di Slp Cisl, che ha operato instancabilmente dal livello locale a quello regionale e nazionale”.

“È un segnale forte in un Paese dove il lavoro spesso svanisce tra precarietà e appalti. Gettare via tutto questo con uno sciopero, che ha dimostrato la sua inefficacia, non ha avuto e non ha senso.

La Nostra Via è il Confronto

“Mentre alcuni si mettono da parte contro la riorganizzazione del recapito, Slp Cisl sostiene, anzi, che questa debba essere governata, non demonizzata. È vero: i modelli e i mercati cambiano”.

“Proprio per questo, il compito del sindacato non è quello di ritirarsi, bensì di agire ai tavoli di confronto, proponendo regole e un’attenzione costante per evitare che la nuova rete di distribuzione finisca nelle mani dei colossi dell’e- commerce, a discapito dei lavoratori Postali.

Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo: “Serve la voce dei lavoratori ai tavoli con l’azienda, non il rumore di uno sciopero senza direzione”. Lo stesso principio si applica all’uso dell’intelligenza artificiale, una nuova rivoluzione industriale che legittimamente spaventa. Eppure, essa rappresenta una delle più grandi missioni del nostro sindacato in Poste Italiane: trasformare l’AI in un’opportunità. È per questo che abbiamo firmato un accordo che garantisce stabilità fino al 2026: nessun esubero e organico certo.

La Privatizzazione: Una Lezione dal 2016 che Rimane Valida

“Per comprendere il presente, è fondamentale ripercorrere la dinamica del 2016, durante la grande battaglia contro la privatizzazione. Come ha sempre ribadito Affatigato, quando si parlava seriamente di vendere a pezzi il servizio postale, Slp Cisl indisse lo sciopero, mentre altri si tirarono indietro. E lo facemmo perché quella era l’ultima arma, la più potente, per cambiare rotta in meglio. Oggi ci sono nuove sfide e nuovi pericoli, e lo schema di gioco deve essere tagliato su misura, con proporzionalità. Oggi, nel nostro territorio, rappresentiamo il 70% delle adesioni sindacali, il segno tangibile di una fiducia conquistata sul campo, con la forza della credibilità e la scelta del dialogo, anche quando è faticoso e toglie il sonno. Scioperare è facile. Costruire soluzioni lo è molto meno. Ma i lavoratori vogliono soluzioni concrete, non slogan al megafono.

I Nodi da Sciogliere: Lavoro, Non Proteste Inutili

Significa forse che va tutto bene? Certo che no. C’è moltissimo lavoro da fare, dalla valorizzazione dei premi di risultato alla tutela dei posti nel settore Pcl. “Ma proprio per questo serve lucidità. Serve responsabilità. Serve una visione.”

La Slp Cisl Sicilia continuerà a confrontarsi, a trattare, a vigilare. E non presterà il fianco a mobilitazioni che rischiano solo di far perdere soldi ai lavoratori, facendo guadagnare l’Azienda, che con le trattenute si rimpingua le casse. Lo sciopero non è un fine. È un mezzo. E in questo momento, l’esito ha dimostrato che non era quello giusto. La bassissima adesione in Sicilia conferma quanto sia dannoso persistere in una strategia sbagliata che danneggia l’intero sindacato e, soprattutto, i lavoratori. È il momento di lavorare per soluzioni reali, non di disperdere energie in proteste inefficaci.


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