Potenza, inchiesta sul petrolio| Indagato Ivan Lo Bello - Live Sicilia

Potenza, inchiesta sul petrolio| Indagato Ivan Lo Bello

Ivan Lo Bello

L'ipotesi è "associazione a delinquere". La replica: "Fiducia nei pm, pronto per essere sentito".

POTENZA – Il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo bello è indagato dalla Procura di Potenza. A darne notizia è l’agenzia Ansa. Per assicurarsi il controllo di un pontile nel porto di Augusta, secondo i pubblici ministeri, sarebbe stata costituita un’associazione per delinquere composta da Gianluca Gemelli, Nicola Colicchi, Paolo Quinto e lo stesso Lo Bello. A Colicchi e Gemelli è attribuito il ruolo di “promotori, ideatori ed organizzatori”; a Quinto e Lo Bello quello di “partecipanti”. Le contestazioni all’associazione riguardano, oltre al pontile di Augusta, altri progetti di impianti energetici e permessi di ricerca, e i “Sistemi di difesa e sicurezza del territorio” da attuare in Campania.

Lo Bello, che è anche presidente Unioncamere, replica:  “Ho appreso dalle agenzie di stampa di essere indagato dalla magistratura di Potenza. Ho sempre avuto piena fiducia nell’operato dei magistrati. Chiederò alla Procura di Potenza di poter essere sentito quanto prima per chiarire ogni cosa”. Lo afferma il presidente di Unioncamere e vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello.

Nel filone siracusano delle indagini si ipotizza anche che sia stata  “turbata la libertà del procedimento di scelta del contraente in relazione alla concessione demaniale” del pontile. Circostanza che viene contestata complessivamente a sette persone.

Sulla base di quanto era finora trapelato dell’inchiesta, l’ipotesi è che l’imprenditore Genelli, compagno dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, costretta alle dimissione appena si seppe dell’indagine di Potenza, avrebbe voluto trasformare il porto di Augusta (Siracusa), la città dove è nato, in un grane polo di stoccaggio di petrolio nel Mediterraneo.

Per realizzare il progetto, Gemelli avrebbe chiesto aiuto al capo di Stato maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, affinché sbloccasse la conferma di alla guida dell’Autorità portuale di Augusta di Alberto Cozzo che non avrebbe ostacolato la creazione del pontile per fare attraccare le petroliere. Pochi mesi fa è arrivata la sua riconferma decisa dal ministero per le Infrastrutture Graziano Delrio.

Nell’autunno scorso Gemelli è stato intercettato mentre diceva che “Delrio e Lo Bello si stanno muovendo per la nomina che ci interessa”. L’ipotesi, dunque, è che Lo Bello si sia speso per perorare la nomina di Cozzo, considerata da chi indaga funzionale ai progetto di Gemelli.

In un’intervista di pochi giorni fa a Repubblica, Lo Bello ha confermato di aver incontrato il ministro Delrio, ma ha negato di aver fatto pressioni per la nomina di Cozzo.

Fin qui il capitolo “associazione a delinquere”. Poi, c’è quello sui presunti condizionamenti nella scelta dell’impresa a cui affidare la concessione demaniale di un pontile nel porto di Augusta. Oltre a De Giorgi, Gemelli e Cozzo, Colicchi e Quinto, sono indagati Alfredo Leto e il contrammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto. Per ottenere la concessione, gli indagati sarebbero riusciti ad avere il trasferimento di un alto ufficiale della Marina, Roberto Camerini, e costituirono una società ad hoc, della quale Gemelli sarebbe stato “socio occulto”. 

 

 


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