CATANIA – Qualità della vita: è una questione di parametri. Potremmo sintetizzare così la divergenza di piazzamento della città di Catania nelle classifiche sulla qualità della vita che la vedono occupare il novantatreesimo posto e il 103esimo gradino del podio. Chiaramente parliamo sempre di posizioni di bassa classifica, tenuto conto del fatto che le città in esame sono 110 e che, in entrambe le graduatorie, le realtà meridionali non brillano, tutt’altro.
Ma andiamo con ordine. La provincia etnea scende vertiginosamente nella classifica sulla qualità della vita stilata dal dipartimento di statistiche economiche dell’Università La Sapienza di Roma per ItaliaOggi, con il supporto di Cattolica Assicurazioni, perdendo ben otto posizioni rispetto allo scorso anno e invece si mantiene stabile in quella realizzata dal Sole 24 Ore. Le due ricerche si basano su un diverso numero di parametri: 42 quelli presi in considerazione dal Sole che vedere primeggiare Belluno, 84 (il doppio) quelli analizzati da ItaliaOggi che incorona Bolzano “città più vivibile d’Italia”. Tra i criteri presi in considerazione da ItaliaOggi ci sono ambiente, disagio sociale, criminalità, tempo libero, scuola e finanza e tasso di occupazione.
Non mancano le novità. Il quotidiano di Confindustria ad esempio ha inserito quest’anno alcuni indicatori: e-commerce, gap retributivo di genere, spesa in farmaci per residente, consumo del suolo, anni di studio degli over 25 e indice di litigiosità nei tribunali (cioè il numero di cause aperte nel 2016 ogni 100000 abitanti).
E’ una Catania in discesa libera quella ritratta dall’istantanea scattata da ItaliaOggi. La città etnea occupa il 103esimo posto per tasso di occupazione e il 107esimo posto per qualità ambientale. Catania si piazza in fondo alla classifica anche per la raccolta differenziata dei rifiuti solido urbani (101). La maglia nera e il 102esimo posto arrivano per il tasso di criminalità: Catania perde una posizione rispetto allo scorso anno. I tasti dolenti riguardano soprattutto reati contro il patrimonio. Diminuiscono gli omicidi volontari (Catania occupa il 90esimo posto guadagnando otto posizioni) e le violenze sessuali (si registra un sensibile miglioramento: il diciannovesimo posto a fronte del 61esimo dello scorso anno). In calo anche i furti d’auto, dato da prendere con le pinze: Catania era ultima e oggi occupa la cento ottava posizione. Cresce soprattutto il disagio sociale: Catania occupa il 91esimo posto era al 42esimo. Lo stesso per il tempo libero: la città etnea passa dal centesimo posto al 97esimo.
Decisamente meno catastrofica la realtà registrata dal quotidiano di Confindustria: Catania si piazza al novantatreesimo posto perdendo una sola posizione rispetto allo scorso anno. Sono sei i macrosettori di riferimento: ricchezza e consumi, lavoro e innovazione, ambiente e servizi, demografia e società, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. La città etnea perde posizioni e scivola al 103esimo posto in termini di ricchezza e all’ottantatreesimo in termini di lavoro e innovazione. Vanno meglio le cose nel campo dell’ambiente: Catania sale al 49esimo posto. Il Sole prende in considerazione due nuovi parametri direttamente dal tradizionale report di Legambiente: consumo del suolo e spesa per i farmaci. Catania sale al 76esimo posto nell’area d’indagine legata alla questione demografica. La città etnea migliora in termini di sicurezza la sua posizione rispetto al 2016: 104esima posizione. Di tutt’altro segno i risultati nel settore “cultura e tempo libero”: Catania precipita alla 64esima posizione. I parametri sui quali si fonda questa macro area: la diffusione di spettacoli, librerie, sale cinematografiche, luoghi di ritrovo e associazionismo.