Qui, nella tenue luce, sotto il cielo di Santa Lucia, la differenza perde il nome di colpa, di confine e reticolato, per fluire nella preghiera. Qui, mentre si sussurra un Padre nostro per le vittime dell’omofobia, muoiono alle labbra i sofismi e le astrazioni della cosiddetta normalità, le barzellette perbene sui finocchi tornano il fango che sono e i concetti rigidi si sperdono nel lineamento dei volti delle persone. Qui, alla “veglia dei gay” – così fu scritto per stupida comodità giornalistica – abbiamo maledetto ogni parola di sospetto, ogni tentennamento del capo. C’è una sporcizia nascosta dentro di noi, sepolta dalla manicure dei mea culpa. Ci sono quartieri orrendi e inconfessabili, tra video porno dietro lo scaffale e voglie feroci: la stessa materia della vanità lustrata allo specchio. Noi, con le carte in apparenza a posto, che tiriamo fuori codici e pandette solo quando si tratta di omosessualità. E ci perdoniamo ogni nerume. I soloni che scambiano sesso e anima mai saranno casti come gli uomini e le donne di Santa Lucia, a un passo dall’Ucciardone. Chi è qui ha messo in piazza il suo amore. E’ costretto a non viverlo in privato come tutti. Per causa nostra, dei nostri dubbi, delle nostre sorridenti discriminiazioni pitturate di bianco.
C’è un solo elemento che stona nella luce soffusa. E’ il cancello chiuso della parrocchia, per ordine della Curia che non ha concesso i locali ai cristiani riuniti, scatenando la nota polemica. Errore grave. Ma ci sono i sacerdoti sotto il cielo di Santa Lucia, a riscattare la momentanea miopia di una istituzione guidata da un cardinale intelligente e sensibile che, stavolta, ha sbagliato, secondo il registro fallibile dell’umanità. C’è padre Scordato. C’è padre Stabile. Nessuna strumentalizzazione. Si canta e si mormorano le preci della nonna. Gli occhi sono sereni. I visi distesi. Ci sono fiaccole. Uno al microfono legge qualcosa che ha a che fare con i testi sacri. Intorno, la speranza e la sofferenza. Ci sono i genitori che hanno accettato un figlio omosessuale. Il viaggio dolente nel pregiudizio altrui ha reso i capelli più saggi e più bianchi. Ci sono i figli che non sono stati accolti dai genitori, perché scoperti nella loro intima natura. Il cielo sotto Santa Lucia è un riparo. La voce al microfono. Una litania. “L’amore è accoglienza”. E vibra come la pace di questa piazza rischiarata, nel cuore delle tenebre di Palermo.