PALERMO – L’edizione numero 22 del Premio internazionale di giornalismo “Mario e Giuseppe Francese”, a quarant’anni dall’omicidio per mano mafiosa di Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, ha premiato la toscana Lucia Goracci (Premio Mario Francese), il siciliano Paolo Borrometi (Premio Giuseppe Francese) e il calabrese Alessandro Bozzo (Premio Giuseppe Francese alla memoria, che è stato istituito in questa occasione per la prima volta).
I riconoscimenti saranno consegnati sabato, a partire dalle 10, al teatro Santa Cecilia di Palermo. Stamane, a Roma, si è svolta la conferenza stampa di presentazione dell’edizione del premio, promossa dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, alla quale è intervenuto anche il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento, che ha presentato i risultati dell’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, indagine voluta dall’Ordine. Alla conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Odg Carlo Verna, il presidente dell’Odg Sicilia Giulio Francese e i componenti della commissione del Premio: Gaetano Savatteri, Riccardo Arena e Felice Cavallaro.
Secondo l’indagine dell’Istituto Demopolis sui giovani e l’informazione in Italia, voluta dall’Ordine dei giornalisti e presentata stamane a Roma insieme all’edizione del “Premio Mario e Giuseppe Francese”, il 95% degli under 30 fruisce quotidianamente della Rete e il 60% è di fatto sempre connesso a Internet. “La centralità delle Rete – ha spiegato il direttore di Demopolis Pietro Vento – incide in modo significativo sulle modalità d’informazione delle nuove generazioni: il 75% entra in contatto con l’attualità attraverso siti web, portali e testate online. Considerato il contesto, i telegiornali, nazionali e locali, e i programma d’informazione in tv tengono le posizioni: li segue il 66% degli under 30”. Il trend 2009-2019, disegnato da Demopolis, racconta un cambio d’epoca: la fruizione dei tg e dei programmi d’informazione passa in 10 anni dal 76 al 66%, quella dei siti di informazione online dal 31 al 75%; cresce di quasi 50 punti, dal 15% al 63%, l’utilizzo dei social quale strumento di informazione. È invece sempre più residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata.
Dei media italiani, a quasi i 2/3 dei giovani intervistati, non piace la faziosità dell’informazione politica; il 56% stigmatizza la scarsa obiettività, il 48% la superficialità di molte notizie. I media tradizionali sono comunque percepiti dagli under 30 come più affidabili rispetto ai Social Network: una simbolica rivincita, in questo caso, per la stampa tradizionale. Ad interessare di più chi ha meno di 30 anni sono per il 70% i fatti locali. Ma anche, per i due terzi, l’informazione nazionale. Più bassa, poco sopra il 40%, l’attenzione su quanto accade in Europa e nel resto del mondo. Il 73% dei giovani italiani riconosce oggi al giornalismo una funzione fondamentale o importante nel nostro Paese.
Dall’indagine emerge infine un risultato di particolare interesse: “Il 70% dei giovani – ha detto Vento – si dichiara interessato al giornalismo d’inchiesta e di denuncia. Le nuove generazioni lo vorrebbero più presente sui media italiani”.