Dice l’assessore Centorrino a Livesicilia: “Ma il punto è che, stando a quanto mi raccontano gli stessi lavoratori, ci sono situazioni di mancato pagamento per otto o nove mensilità. E su quei casi i conti non tornano. Perché la Regione ha saldato tutto sia per il 2009, che per il 2010, fatta eccezione per alcuni Enti che devono percepire ancora il 20% di quanto gli è dovuto per lo scorso anno. Ma, ovviamente, questo 20%, che non riguarda neanche tutti gli Enti, non può giustificare questa situazione”. Se traduciamo bene, vuol dire che qualcuno si è fregato i soldi. Tuttavia, a prescindere da eventuali ruberie materiali, bisogna avere il coraggio di cogliere il punto: la formazione in Sicilia è un furto morale continuato.
Nella maggioranza dei casi, non porta a niente. Corsi balzani e marginali (quando vengono fatti davvero), corsisti annoiati, docenti sbiaditi e appassiti, dopo anni di ripetizione dei medesimi concetti. Infatti, non esiste un rapporto diretto tra formazione e lavoro, non tale – almeno – da giustificare il dispendio di fondi. L’assessore riconosce coraggiosamente – anche se con parche e comprensibilmente caute parole – il rapporto tra formazione e politica. Noi, che assessori non siamo, andiamo oltre. La formazione è il luogo in cui i politici siciliani sfogano la propria attitudine clientelare. Dobbiamo aggiungere altro? E’ una notizia conosciuta da tutti. Nessun siciliano con un minimo di cervello si sognerebbe mai di ritenere che il merito c’entri qualcosa o che il circo serva ad altro che non a sistemare cugini, amici e clientes.
Allora, ci vorrebbe la forza di tradurre ciò che si sa in presa di coscienza operativa, per riformare quel mondo dal sottoscala al soffitto. Non accadrà, tranquillizzatevi. La politica non è così masochista. Può denunciare il guasto, però si astiene scrupolosamente dalla riparazione.