Il presidente della Regione Raffaele Lombardo vuole 50 mila euro. Non è la richiesta di un prestito, né – malpensanti – chissà quale pretesa illegittima. Li vuole perchè si è sentito diffamato dal mensile “S” che dirigo. Il prossimo 28 ottobre un giudice deciderà se devo pagare o meno. Nel frattempo ricostruisco la storia. Oggetto dell’arrabbiatura di Lombardo è l’articolo I fiori del male firmato dal nostro editorialista Giuseppe Sottile e pubblicato sia sullo scorso numero del mensile che sul sito. Lombardo e i suoi legali, anzi, nell’atto di citazione considerano quasi un’aggravante la pubblicazione sul quotidiano on line che ha portato ad un altissimo numero di commenti, spesso critici col governatore, a volte meno. Per chi si fosse perso qualche passaggio ripubblichiamo nei correlati l’articolo “incriminato”. Un paio di altre considerazioni.
1) A querele e citazioni siamo abituati. Sino ad oggi, però, erano arrivate da mafiosi o presunti tali. Quella della più alta carica istituzionale (a memoria non ricordo niente di simile nelle precedenti legislature) rappresenta una sorta di salto di qualità ma che non sposta di un millimetro la nostra linea: non saranno atti come quelli di Lombardo a zittirci o spaventarci. Il mensile “S” nei suoi tre anni e passa di pubblicazioni e Livesicilia.it in oltre un anno di presenza sul web, hanno tracciato un confine che i nostri lettori e gli utenti che interagiscono sul sito non vogliono spostato: quello di raccontare i fatti, anche i più scomodi, senza timore reverenziale, oltre la patina dei comunicati ufficiali, dando spazio a tutte le opinioni, anche le più spietate (e anche le più critiche nei nostri confronti), non lesinando il sano gusto della critica, trascinati dalla malapianta della nostra passione per la scrittura.
2) E’ sacrosanto il diritto di Lombardo di tutelarsi a difesa della sua onorabilità. Ma dove l’avremmo intaccata? Sottile, acuto analista politico e grande cronista, nell’articolo in questione non ha fatto altro che rimarcare le posizioni conflittuali all’interno della maggioranza di governo, posizioni determinate dall’atteggiamento critico di un assessore della giunta Lombardo, Marco Venturi. Lo stesso Venturi, nel numero di “S” attualmente in edicola, è tornato prepotentemente sull’argomento nell’intervista rilasciata alla nostra Eliana Marino. E’ Venturi che ha parlato di un “sistema affaristico e clientelare”, è Venturi che ha più volta minacciato le dimissioni, è Venturi che accusa “tre o quattro burocrati che, da soli,decidono tutto e bloccano lo sviluppo della nostra isola”. Sottile di questo ha scritto, Lombardo su questo non ha smentito. Non entra nel merito della questione, non ci accusa di aver scritto il falso, non cita a giudizio lo stesso Venturi: semplicemente se la prende per qualche aggettivo di troppo, perchè non è vero che da quando si è insediato a Palazzo d’Orleans ha operato una “sistematica occupazione dei posti di potere”, perchè non è vero che controlla “assunzioni, appalti, licenze, contratti, spese”. Vedremo.
3) La mossa di Lombardo, ci consenta presidente, è l’ennesimo segnale di debolezza di un uomo politico in difficoltà, che reagisce scompostamente contro chi osi criticarlo. Una sindrome da accerchiamento acuita forse dalle letture quotidiane del suo blog o della sua pagina di Facebook, dove gli unici commenti sono osannanti e acritici. Non è questo il mondo reale, presidente, se ne faccia una ragione. Legga qualcos’altro, gli articoli di Ferrarella sul Corriere della Sera, ad esempio, che ha lanciato una campagna contro le odiose richieste di risarcimento chieste alla stampa dai politici, considerate gravi forme di intimidazione, bavagli contro la stampa più libera, veri e propri avvertimenti. E su Dagospia è partita addirittura una campagna tendente a far pagare ai politici sconfitti nei tribunali la stessa cifra che avrebbero incassato se fosse stato dato loro ragione. Che dice, presidente, la vuole fare questa scommessa? Se avrà ragione lei paghereno, in caso contrario lo prepari lei l’assegno da 50 mila euro (si accettano anche contanti).
4) Un’ultima annotazione. La citazione del presidente è del 7 aprile scorso. Fa riferimento all’articolo comparso sul numero di “S” in edicola a fine marzo che ospitava anche l’intervista esclusiva all’architetto Giuseppe Liga, ritenuto dagli inquirenti il nuovo capo di Cosa nostra. Lombardo a proposito dei suoi rapporti con Liga e interrogato su sua richiesta dai magistrati palermitani il 16 aprile ha dichiarato di “aver letto questa intervista soltanto ieri sera” (così riporta Repubblica del 17 aprile). Quindi avrebbe letto il giornale il 15 aprile. E come ha fatto a citarci una settimana prima? Mah, misteri della politica.
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