ROMA – Elezione diretta del presidente della Repubblica tra le prime riforme costituzionali da portare avanti. Tra i promotori, Enzo Gibiino, membro del direttivo di Nuova Repubblica, il movimento promotore di una raccolta firme a sostegno della proposta di legge sul presidenzialismo. Una modifica della Legge fondamentale dello Stato, su cui si dibatte da decenni ma che oggi sembra aver avuto un impulso maggiore, in particolare dopo le parole del sottosegretario Giancarlo Giorgetti che, intervenendo al meeting di Rimini si è dichiarato a favore delle riforme. “Purtroppo non sono nel contratto di governo stipulato da Lega e M5S – ha affermato il sottosegretario all’Ansa. Tuttavia, l’elezione diretta del presidente della Repubblica, il taglio dei parlamentari e l’eliminazione di una Camera sono necessarie: se no si butta via anche il Parlamento”.
Una posizione sostenuta da Nuova Repubblica, dal presidente del movimento, Giovanni Guzzetta e dal membro del direttivo, il politico catanese Enzo Gibiino che, sulla questione, spende più di una parola. “Se lo Stato non tornerà a essere credibile e autorevole nei confronti dei cittadini, se le istituzioni non sapranno rinnovarsi in modo adeguato per affrontare con serietà le istanze provenienti dalla gente, dai mondi del lavoro, del sociale e dell’impresa, con riforme radicali, a partire dall’elezione diretta del Presidente della Repubblica, l’unica strada possibile per il Paese, per il sistema-Italia, sarà quella della deriva assoluta”, afferma Gibiino.
La partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica è oggi estremamente labile – prosegue. Il Parlamento è giorno dopo giorno più immobile, incapace di comprendere e rappresentare la realtà, e di tutto questo gli italiani sono stanchi. Condivido pienamente la posizione del costituzionalista Giovanni Guzzetta, gli elettori devono potere scegliere il loro primo rappresentante, quel Capo dello Stato che non dovrà più essere semplicemente un garante. A mutare deve essere tutta l’architettura statale, ancora oggi stretta nelle maglie farraginose della burocrazia. Diciamo basta – conclude – e invertiamo la marcia senza perdere altro tempo”.