Prestito mafioso dopo le regionali |"50mila€ ad un politico che paga" - Live Sicilia

Prestito mafioso dopo le regionali |”50mila€ ad un politico che paga”

In esclusiva il dialogo intercettato dalla Finanza poche settimane dopo le regionali 2012: ecco dove finivano i proventi delle estorsioni e delle truffe dei Mazzei.

l'inchiesta sui mazzei
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CATANIA- I proventi delle estorsioni e truffe dei colonnelli dei “Carcagnusi”, spietata famiglia mafiosa etnea, sono stati destinati anche alla concessione di prestiti a imprenditori e politici. Dagli atti dell’operazione che ha inchiodato il sistema di affari riconducibile a William Cerbo, ritenuto lo “Scarface” catanese, emerge il contatto con un politico della città dell’Elefante.

E non si tratterebbe di un esponente di secondo piano. Le cimici della Guardia di Finanza, il 28 novembre del 2011, hanno immortalato William Cerbo, arrestato con l’accusa di essere affiliato ai Carcagnusi (articolo di L. Distefano), mentre comunica a N. S., apparentemente un insospettabile, di dover prestare la cifra di 50mila euro “ad uno che paga…un politico”. Il tasso concordato con la famiglia mafiosa dei Carcagnusi per la restituzione della somma è del 7,5%, che rispetto a quelli praticati da Cosa Nostra non sembra elevato.

La conversazione testimonia, secondo quanto sostengono gli investigatori, “l’utilizzazione di sistemi diretti a ripulire il denaro nella loro disponibilità”.

Il meccanismo, che ha portato alla concessione del prestito poche settimane dopo la conclusione della campagna elettorale delle regionali, prevedeva che i fondi provenienti da truffe ed estorsioni transitassero su conti correnti di terzi, in modo da non permetterne l’identificazione.

Questo sistema ha portato gli investigatori guidati dal comandante della Guardia di Finanza Roberto Manna e dal capo della Tributaria Giancarlo Franzese a contestare, per la prima volta in Italia, la bancarotta fraudolenta aggravata dal favoreggiamento alla mafia.

Dopo la conferma dell’impianto accusatorio del Tribunale del Riesame, il processo a carico degli esponenti dei Carcagnusi, tra i quali spicca il latitante boss Nuccio Mazzei, si avvicina.

Ed è in quella sede che potrebbe essere chiarita la natura della dazione economica al politico catanese, la tipologia dei contatti con gli affiliati dei Carcagnusi e l’eventuale concomitanza tra la concessione del prestito e la conclusione, da poche settimane, della dispendiosa campagna elettorale delle regionali.

Resta sempre aperta la possibilità che il politico sia vittima di interessi usurai, probabilmente i mafiosi lo conoscevano, tanto da farlo apparire, nel dialogo intercettato, come un cliente abituale, “uno che paga”. Ma una domanda è d’obbligo: perché rivolgersi ad una delle principali famiglie di Cosa Nostra catanesi per ottenere dei fondi?

 

 


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