PALERMO – S’é presentato in uno dei gazebo allestiti a Palermo mostrando la tessera del Pd, ma i volontari che accolgono gli elettori per le primarie in corso per la scelta dei candidati a Camera e Senato hanno allargato le braccia: “Non può votare”. Settimo Lucchese, 58 anni, dipendente pubblico, ancora non riesce a crederci. “Sono offeso. Sono iscritto al partito dal 1978, fin dai tempi del Pci – dice – Non ho potuto scegliere i candidati del mio partito, mentre magari un elettore del centrodestra che ha votato alle ultime consultazioni, ha scelto il mio candidato”.
Rispetto al resto d’Italia, a Palermo e provincia le regole sono diverse. Sono state cambiate a poche ore dal voto. Ieri infatti la commissione nazionale di garanzia del Pd ha modificato le procedure: accogliendo il ricorso di alcuni esponenti locali del partito e non potendo verificare i dati del tesseramento 2011, la commissione ha stabilito che nel capoluogo siciliano possono votare soltanto le elettrici e gli elettori compresi nell’albo delle primarie di ‘Italia Bene Comune’. Escluso dal voto, quindi, chi pure essendo tesserato non ha partecipato alle ultime consultazioni. “Trovo tutto questo scandaloso – aggiunge Settimo Lucchese – Ho conservato tutte le vecchie tessere, compreso quella che presi 34 anni fa: le spedirò a Bersani, gli scriverò che un tempo essere iscritto al partito era un motivo di orgoglio, oggi è quasi una mortificazione”.