PALERMO – Tanto fraseggio, utilizzo frequente delle fasce, manovra che parte perfino dall’ultimo uomo per poi sfociare, nei limiti del possibile, sulla punta. All’Adriatico di Pescara, la casa momentanea del Crotone in questo avvio problematico di campionato, Roberto De Zerbi ha posto le basi per quel che vuole che diventi il suo Palermo, in questa sua prima esperienza nel calcio dei “grandi”. Il tecnico lombardo lo aveva fatto capire chiaramente, durante la conferenza stampa svolta prima della partenza alla volta dell’Abruzzo: “Si tratta di un processo lungo e per il quale servirà pazienza, forzare i tempi potrebbe essere dannoso e pericoloso”. Ma stando ai novanta e più minuti in cui i rosa sono stati in campo, tenendolo in maniera positiva e decisamente più coraggiosa rispetto alle precedenti uscite, l’impressione avuta da chi ha assistito al match è che i rosa stanno finalmente riuscendo ad avere un’identità di gioco, che giorno dopo giorno diventa sempre più simile a quella messa in mostra dalla “luce” nel biennio in cui ha fatto innamorare e sognare i tifosi del Foggia.
Il gol firmato da Nestorovski è forse la prova più evidente del lavoro che De Zerbi sta svolgendo a Palermo. Palleggio costante e di alta qualità in mezzo al campo, affondo di Aleesami (uno dei migliori in campo) sulla sinistra, Embalo e Diamanti girano alle spalle del centravanti macedone che, trovando più spazio per navigare a centro area riesce a liberarsi del diretto marcatore, così da ricevere nel migliore dei modi l’assist del norvegese e battere Cordaz con un mancino fulmineo. Come avevamo già predetto – più probabilmente sperato – al momento di presentare il nuovo mister alla platea palermitana, l’ex bomber dell’Inter Zapresic sta chiaramente traendo giovamento dai disegni tattici messi in piedi da De Zerbi in questi primi giorni di lavoro a Boccadifalco. Ilija ha infatti visto la porta da più vicino rispetto alle prime tre gare di campionato: con il Sassuolo si fece respingere una conclusione da Acerbi, contro il Napoli ha trovato l’involontaria opposizione di Goldaniga (in fuorigioco), mentre con l’Inter non ha nemmeno ricevuto un pallone in area. Con il Crotone, invece, sono state ben quattro le occasioni avute da Nestorovski, compreso il tiro del definitivo 1-1.
Una nuova soluzione tattica che mostra in maniera evidente il cambio di tendenza del Palermo. A partire da un Posavec sempre più coinvolto nella fase di palleggio e costruzione della manovra, così come Gonzalez e Goldaniga che affiancano il regista – che ieri è stato Gazzi – nell’avviare le azioni offensive palla al piede. Passando proprio alla zona nevralgica del campo, la verve e l’equilibrio di Hiljemark hanno dato degli ottimi dividendi, mentre è apparso evidente un Bruno Henrique ancora indietro rispetto al compagno, sia per scarso smalto sul piano fisico che per chimica con il resto della squadra. Diamanti ha potuto sfruttare le sue doti di palleggiatore e di fantasista smistando tanti palloni nella trequarti offensiva, mentre Embalo e Sallai si sono alternati sugli esterni, provocando diversi grattacapi alla retroguardia calabrese e fornendo tanto movimento.
Contro l’Atalanta, complici anche i tanti impegni a stretto giro di posta, De Zerbi potrebbe cambiare qualcosa nell’undici di partenza. Difficile che ci siano novità nel reparto difensivo, visto l’ottimo stato di forma di Rispoli e del già citato Aleesami e visto anche lo stop di Rajkovic che restringe le rotazioni al centro della retroguardia. Giocatori di gamba come Jajalo, e di qualità come Chochev potrebbero trovare spazio in mezzo al campo, mentre si attendono i recuperi di Bentivegna, e soprattutto di Quaison e Trajkovski, renderanno definitivo lo schieramento del Palermo nel reparto offensivo. De Zerbi e Faggiano puntano molto sullo svedese e sul connazionale dell’uomo-gol dell’Adriatico, il quale spera di trarre sempre più giovamento dal nuovo stile di gioco.