PALERMO – Dalla strada al Ribolla, dalle giovanili del Palermo alla Serie D. Dalla polvere al gol all’Inter. La favola di Totò Di Gaudio continua anche in Serie A. È suo il primo storico gol casalingo del Carpi nel massimo campionato, quello che aveva permesso agli emiliani di agguantare momentaneamente i nerazzurri di Mancini, prima della seconda rete realizzata da Jovetic allo scadere. Una rete che non porta punti ma che entra di diritto nella storia del club del patron Bonacini, chiamato a raggiungere una difficile salvezza tra le big del nostro calcio.
La gavetta, la lotta nelle categorie inferiori dopo aver chiuso la propria esperienza in rosanero senza riuscire a disputare neanche un minuto in prima squadra. Un addio silenzioso al club e un arrivederci carico di dubbi e di paure agli affetti per ricominciare dalle serie minori: prima tre anni di Serie D con la maglia della Virtus Castelfranco, sempre in crescendo sino a raggiungere la doppia cifra nella classifica marcatori. Poi la chiamata del Carpi, piccolo centro del Modenese. Con cui Totò inizia una scalata da sogno.
In maglia biancorossa esordisce tra i professionisti, in Seconda Divisione e al primo tentativo centra il salto nell’ex Serie C1. Aria buona e calcio senza particolari pressioni permettono a Di Gaudio di migliorarsi gara dopo gara: nel 2013 arriva la storica promozione tra i cadetti. La prima annata di B è più che positiva, la seconda è da applausi a scena aperta: con otto reti in 36 presenze è tra i protagonisti della cavalcata sfociata nel sogno chiamato Serie A. A 26 anni la prima rete in massima serie: l’ennesimo traguardo che può fungere da punto di partenza.
Alla ripresa del campionato Totò tornerà nella sua città, con l’intento di togliersi la soddisfazione di un gol in quel “Barbera” appena sfiorato al tempo della sua militanza nei Giovanissimi Nazionali rosanero. Sarà sfida vera e leale a un Palermo lanciato in vetta da due successi in altrettante gare, con il sogno di esultare seppur senza spirito di vendetta alcuno. Per litigare col fratello, grande sostenitore della squadra di Iachini, ci sarà tempo. Nemo propheta in patria: una storia di calcio tutta palermitana con il lieto fine. Di Gaudio di nome e di fatto.