CATANIA – Proseguirà il prossimo 14 febbraio l’udienza preliminare del processo Brotherhood, scaturito dall’inchiesta della Guardia di Finanza che l’estate scorsa ha acceso i riflettori sul presunto intreccio tra mafia e massoneria. Il difensore dell’imputato chiave Aldo Ercolano, l’avvocato Giuseppe Lipera, ha chiesto alla Corte d’Appello di Catania la ricusazione del processo ad un altro giudice, perché a Messina è in corso un procedimento contro il legale catanese nato proprio da una denuncia presentata dalla giudice Rosa Alba Recupido, chiamata a decidere sulle richieste di rinvio a giudizio presentate dalla Procura. Il processo dunque è stato rinviato di un mese circa per lasciare alla Corte il tempo necessario per decidere.
Coinvolto nella delicata inchiesta della Guardia di Finanza oltre a Aldo Ercolano anche il massone Sebastiano Cavallaro. La Guardia di Finanza, con l’inchiesta della Dda, ha scoperchiato “un’associazione a delinquere di tipo mafioso – scrivono i magistrati – finalizzata all’estorsione, al traffico di stupefacenti, al recupero crediti, alla turbativa d’asta e all’acquisizione diretta o indiretta del controllo e gestione di attività economiche”. Fu sequestrata, nel corso dell’esecuzione dell’ordinanza, anche la “Mediterranea Costruzioni Metalmeccaniche S.p.a.”.
Nella lista degli imputati anche Francesco e Carmelo Rapisarda, Giuseppe Finocchiaro e Adamo Tiezzi, per loro la Procura non ha contestato il reato associativo. L’avvocato Antonio Drago (assistito dagli avvocati Ignazio Danzuso e Fabrizio Siracusano), accusato di estorsione, ha chiesto il patteggiamento della pena a tre anni. Il Gup ha aggiornato il processo alla prossima udienza, in quella data saranno anche valutate le richieste di abbreviato. Già rigettate invece le due richieste di rito alternativo condizionato.