CATANIA – Raffaele Lombardo, a pochi istanti dall’inizio della nuova udienza del processo Iblis, strizza l’occhio al sindaco di Catania Enzo Bianco, suo acerrimo nemico politico, unico esponente del centrosinistra che lo ha sempre contrastato quando era presidente della Regione.
“Bianco -dice Lombardo- è un uomo di grande prestigio, è stato ministro, il solo nome di Bianco, nei salotti che contano, nei ministeri e negli assessorati può essere un valore aggiunto per la città: io gli auguro ogni bene”.
L’ex governatore ha un auspicio: “Mi auguro che Bianco faccia, come sono certo, per la sua lunga esperieza, bene il suo lavoro e me lo auguro da cittadino perché vivo in questa città da tanti anni, circa 50, ci sono nati e ci vivono i miei figli, mia moglie e mia madre”.
Circondato dai legali di fiducia Guido Ziccone e Alessandro Benedetti, Lombardo si difende anche dall’ultima accusa che lo vede indagato per voto di scambio insieme al figlio Toti: “Non c’è nessuno scambio perchè non avrei mai tollerato che qualcuno mi chiedesse qualcosa in cambio di voti, il vero voto di scambio forse viene occultato da questo polverone che mi riguarda”.
Al centro delle indagini della Procura guidata da Giovanni Salvi, c’è l’assunzione di una persona. A ridosso delle elezioni regionali del 2012, in una società che si occupa dello smaltimento di rifiuti solidi urbani. Il leader autonomista si dice “sicuro” di riuscire a convincere i magistrati della propria innocenza: “Dimostrerò nel dettaglio che l’accusa non mi riguarda”.
Fa appena in tempo a dirlo che inizia la requisitoria, che durerà diversi giorni, del processo Iblis. L’accusa a suo carico riguarda le elezioni regionali e politiche del 2008: voto di scambio e concorso in associazione mafiosa. “Sono sereno -conclude Lombardo- abbiamo raccolto tutti gli elementi che mi scagionano”.