CATANIA – Oggi è stato Calogero Baldo a salire sul banco dei testimoni al processo d’appello che vede imputato Raffaele Lombardo con l’accusa di concorso esterno all’associazione mafiosa. Dopo le dichiarazioni fiume del collaborante Giuseppe Tuzzolino avvenute in videoconferenza durante la scorsa udienza a Bicocca, la difesa dell’ex presidente della Regione chiama l’architetto agrigentino – titolare della società di progettazione Well-Tech – a riferire in aula sulla natura dei rapporti con Tuzzolino.
Calogero Baldo smentisce Tuzzolino dichiarando di non aver mai incontrato Raffaele Lombardo, né alla Regione né altrove, riferendo inoltre di non conoscere Patrizia Monterosso. Nega i contatti con la “stidda” agrigentina e con cosa nostra catanese e calatina: “Non conosco Aiello e nemmeno La Rocca, non ho mai conosciuto il geologo Barbagallo, Tuzzolino è un millantatore, cocainomane e fa uso di alcol”. Sembra quasi una “demolizione controllata” la deposizione di Calogero Baldo, quello che nei verbali e negli interrogatori Tuzzolino definisce “il mio ex suocero”: “Non ho legami parentali con questo signore, frequentò mia figlia fino al 2010. Ha lavorato presso il mio studio fino al marzo 2011 con un contratto a progetto”.
Baldo descrive diversi episodi riferiti al rapporto tra Tuzzolino e la figlia che in una occasione sarebbe stata anche percossa. L’allontanamento di Tuzzolino fu visto come una liberazione dalla famiglia Baldo, tanto da non voler procedere nemmeno alla denuncia delle violenze subite. Ma le querele arrivano invece quando i giornali cominciano a rivelare il contenuto dei verbali di Tuzzolino, che chiama in causa Calogero Baldo: “Non avevo motivo di accompagnarmi a lui, visto che non era qualificato, non era un supporto professionale, faceva ricerche nei progetti d’archivio”.
“Non ho mai fatto lavori al Policlinico di Catania e non mi sono mai occupato dei lavori per la residenza sanitaria assistita di Grammichele, né al Comune di Gravina di Catania”. Smentisce sistematicamente tutte le circostanze che lo riguardano riferite da Giuseppe Tuzzolino. Come ad esempio i rapporti di lavoro con la società di ingegneria modenese Politecnica, sarebbero state prese dai fascicoli dello studio a cui lo stesso aveva accesso essendo stato assunto proprio per un progetto di digitalizzazione.
Si riprende il 7 giugno con altri testimoni che saranno ascoltati dal collegio presieduto dalla giudice Tiziana Carrubba, dai pm Agata Santonocito e Sabrina Gambino e dai difensori di Lombardo, gli avvocati Filippo Dinacci e Alessandro Benedetti.