Processo sulla faida Favara-Liegi, chieste sei condanne in Appello

Processo sulla faida Favara-Liegi, chieste sei condanne in Appello

Colpo di scena nel processo di secondo grado
L’inchiesta
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3 min di lettura

Colpo di scena nel processo di secondo grado, che si sta celebrando davanti la Corte di Assise di Appello di Palermo presieduta dal giudice Angelo Pellino, scaturito dall’inchiesta sulla nota faida Favara-Liegi.

La procura generale, rappresentata dai magistrati Rita Fulantelli e Maria Teresa Maligno, ha chiesto di revocare la condanna all’ergastolo nei confronti di Antonio Bellavia e assolverlo per l’omicidio di Mario Jekelich e il tentato omicidio di Maurizio Di Stefano avvenuti nel settembre 2016 a Liegi.

L’accusa

L’accusa ha chiesto nei confronti di Antonio Bellavia, 51 anni di Favara, la condanna a 14 anni di reclusione per i tentati omicidi di Carmelo Nicotra e Maurizio Di Stefano, nell’agguato del maggio 2017 in via Torino a Favara.

Per i magistrati dell’accusa – in ordine all’omicidio Jakelich e il tentato omicidio Di Stefano in Belgio – non ci sarebbero indizi che confermerebbero la responsabilità di Bellavia ogni oltre ragionevole dubbio.

Le richieste del Pm

Il pubblico ministero ha poi chiesto altre cinque condanne e, in particolare, la conferma della condanna all’ergastolo per Calogero Bellavia, 33 anni di Favara, per l’omicidio Jakelich e per il tentato omicidio Di Stefano; 14 anni di reclusione per Calogero Ferraro, ritenuto uno dei membri del clan Bellavia ed accusato del tentato omicidio di Carmelo Nicotra e Maurizio Distefano.

Le altre condanne

E ancora 5 anni e 4 mesi per Carmelo Nicotra, scampato miracolosamente ad un agguato nel maggio 2017 in via Torino a Favara, ma che non ha mai collaborato con la giustizia e ha sempre nascosto l’identità dei suoi attentatori; 5 anni e 6 mesi per Gerlando Russotto (rispetto ai 6 anni inflitti in primo grado) in virtù della richiesta di assoluzione per un capo di imputazione relativo a detenzione e spaccio di droga; 1 anno (rispetto ai 2 anni e 4 mesi inflitti in primo grado) per l’imprenditore Salvatore Vitello in virtù della richiesta di assoluzione per l’imputazione di ricettazione.

La difesa

I difensori di parte civile, gli avvocati Alba Raguccia e Salvatore Cusumano che rappresentano rispettivamente i familiari di Jakelich e Maurizio Di Stefano, si sono opposti alla richiesta dell’accusa chiedendo che invece venga confermata la condanna all’ergastolo per Antonio Bellavia.

La Corte di Assise di Appello ha rinviato l’udienza stilando un calendario: si torna in aula il 15 ed il 19 maggio per le arringhe degli avvocati della difesa ((gli avvocati Michele Giovinco, Valerio Vianello Accorretti, Giuseppe Barba, Giovanni Rizzuti, Salvatore Cusumano, Samantha Borsellino e Angelo Farruggia) e poi l’8 giugno per la sentenza.

Un solo imputato ha scelto la via del rito ordinario con il processo che si è aperto davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento: si tratta di Carmelo Vardaro, 45enne di Favara. Quest’ultimo è accusato dell’omicidio di Mario Jakelich  ed il ferimento di Maurizio Distefano avvenuto il 14 settembre del 2016 in Belgio.

L’inchiesta

Nell’inchiesta sono confluiti una serie di segmenti investigativi su un vasto giro di armi, droga ed episodi di criminalita’ connessi agli agguati. Dal processo è uscito indenne, invece, Calogero Gastoni, 42enne di Agrigento, assolto definitivamente per l’omicidio di Emanuele Ferraro, ucciso a Favara l’8 marzo del 2018.

Nessun responsabile è invece stato condannato per l’omicidio di Carmelo Ciffa, operatore ecologico empedoclino, ucciso in pieno giorno a Favara il 26 ottobre del 2016.

Operazione Mosaico

L’operazione Mosaico, eseguita dalla Squadra Mobile di Agrigento guidata dal vicequestore Giovanni Minardi (ed anche Sco e Squadra mobile di Palermo) – ha fatto luce sulla tristemente nota faida Favara-Liegi. Una scia di sangue che dal 2016 al 2018 è stata caratterizzata da quattro omicidi e altrettanti agguati andati a vuoto. 

L’intera inchiesta è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, pubblici ministeri Alessia Sinatra, Gery Ferrara e Claudio Camilleri.


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