PALERMO – In arrivo nuove assunzioni nel mondo delle partecipate regionali. La Sas, Servizi ausiliari Sicilia, assumerà dall’albo circa 130 lavoratori fuoriusciti dalle altre partecipate. Saranno chiamati a prestare il proprio lavoro negli uffici regionali per realizzare dei progetti di collaborazione triennale. Inizialmente per loro erano previste delle assunzioni a tempo indeterminato. Questi erano i piani della società e in tal senso sembrava andare l’autorizzazione della Giunta. Poi, il “giallo”. Ieri l’assemblea dei soci ha chiarito: si potrà assumere solo a tempo determinato, con una deroga al blocco delle assunzioni, tutt’ora vigente in Sicilia.
Comunque sia, la giunta ha dato il via libera ai dipartimenti regionale del Bilancio e dell’Ambiente e al Fondo pensioni. Potranno firmare i contratti per i servizi aggiuntivi con la partecipata regionale. Per il nuovo personale la Regione sborserà circa due milioni all’anno. Così facendo il governo prova a mettere una pezza alla più volte dichiarata impossibilità per i dipartimenti di poter lavorare a causa della mancanza di personale. Il ricorso agli albisti era infatti stato presentato come uno degli strumenti per rimpinguare i dipartimenti del personale necessario.
La delibera approvata dalla giunta faceva numerose volte riferimento ad una norma che prevedeva assunzioni a tempo indeterminato. Ma ieri, nel corso dell’assemblea dell’azienda è scoppiato il “caso”. Pur avendo a disposizione progetti a tempo determinato l’assunzione “per sempre” avrebbe rischiato di innescare un intervento della Corte dei conti. Così, per chiarire la questione è intervenuto direttamente il socio-Regione rappresentato dal capo della segreteria tecnica del governatore Nello Musumeci, Giacomo Gargano. Il delegato del presidente ha chiarito ogni dubbio. Le assunzioni devono essere fatte a tempo determinato per la durata dei progetti.
L’operazione secondo la normativa nazionale non sarebbe stata comunque possibile. La legge nazionale fissava al 30 giugno l’ultimo giorno in cui alle società a totale partecipazione pubblica era consentito assumere a tempo indeterminato attingendo dagli elenchi del personale fuoriuscito dalle altre società. Ma il 9 agosto l’Assemblea regionale è corsa ai ripari prorogando la scadenza al divieto di ricorso all’albo degli ex lavoratori delle partecipate al 31 dicembre. Se non dovessero esserci nuove proroghe dei termini così, dal primo di gennaio, anche alle società partecipate non sarà più permesso acquisire nuovi lavoratori senza ricorrere alle procedure ordinarie: i concorsi pubblici. Che non potranno essere destinati solo ai lavoratori in attesa all’interno dell’albo, ma dovranno essere “aperti” anche all’esterno, per la metà dei posti disponibili. Anche per questo motivo la Sas sta accelerando le procedure per i nuovi contratti.
Ma c’è un’ulteriore questione che potrebbe ritenersi irrisolta. In Sicilia dal 2008 vige il divieto di assunzioni. Secondo la Ragioneria generale della Regione le norme che autorizzano la firma di questi contratti derogano al divieto. Questa tesi però potrebbe non essere condivisa da chi ha il potere di controllare. Insomma, sui nuovi contratti è “giallo”.
E pensare che i lavoratori potevano essere ancora di più. Sui progetti che daranno nuovo lavoro agli “albisti”, infatti, sono pesate le difficoltà del bilancio. A fronte di un valore complessivo dei progetti pari a quasi 5 milioni all’anno, la giunta ha potuto autorizzare la realizzazione degli interventi per il solo 40,11 per cento. Nel bilancio non c’erano le risorse a disponibili per soddisfare i fabbisogni di personale dei tre dipartimenti. E, per non preferire un’amministrazione piuttosto che un’altra, la giunta ha tagliato i progetti per il 60 per cento. Così facendo è stato tagliato pure il personale che era stato inizialmente richiesto: 325 persone in tutto.
La mancanza di risorse, inoltre, non ha reso possibile l’approvazione dei contratti aggiuntivi in altri dipartimenti che hanno dovuto rinunciare alla possibilità di usufruire delle risorse provenienti dalla Sas. Si tratta del dipartimento all’Istruzione, di quello alle Finanze, del dipartimento all’Energia e di quello alla Famiglia e alle politiche sociali. Intanto, arrivano in 130, tutti laureati, tutti alla Sas, anche se il contratto, stavolta, non sarà “per sempre”.
AGGIORNAMENTO
Sulla vicenda stamani è intervenuta Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl: “Non si tratta di nuove assunzioni, ma della ricollocazione di lavoratori vittime dei pasticci della politica. Pasticci che, purtroppo, persistono. Ci chiediamo che senso abbia far lavorare persone altamente qualificate per poche ore visto che la Regione ha bisogno della loro professionalità a tempo pieno. Significa mortificare i lavoratori e non aiutare la nostra Isola a crescere”.