PALERMO – È sempre più fitta la giungla di ricorsi, reintegri e risarcimenti della Sas, Servizi ausiliari Sicilia, partecipata della Regione Siciliana. Una delle vicende ancora in piedi, dopo anni di atti prodotti, riguarda sette ex lavoratori interinali della Multiservizi poi inglobata da Sas; il contratto non gli è stato più rinnovato, e così hanno impugnato il licenziamento sostenendo invece di avere diritto alla transazione da una società all’altra.
Il primo grado di giudizio dà loro ragione. Nel 2014, per Maurizio Lo Verme, Maria Rita Di Caro, Gerlando Contino, Carmelo Lo Monaco, Giuseppe Cracchiolo, Antonino Sciortino e Calogera Castiglione viene decisa l’assunzione immediata a prescindere dalla data d’inizio dell’incarico; così arrivano i pagamenti, ma ‘a vuoto’, cioè senza l’assegnazione di una reale mansione in Sas. Nel contratto firmato dai dipendenti è presente una clausola: risoluzione qualora il secondo grado di giudizio li avesse visti perdenti. E in effetti nel 2016 la Corte d’Appello propende per Sas. Da qui il ricorso in Cassazione: i sette lamentano l’esistenza di delibere per trattenere in azienda diversi colleghi, in attesa della pronuncia del terzo grado di giudizio, pur avendo perso in Appello anche loro.
La Cassazione determina una rimodulazione in corte d’Appello e fa ben sperare i protagonisti, in parte confortati dalle sentenze positive nei confronti di colleghi in posizione analoga. Dal rinvio in Appello, però, escono nuovamente sconfitti. “La Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte territoriale avesse falsamente applicato la norma denunciata (art.18, comma 2 bis, del D.L. n.112/08) senza critico esame della documentazione prodotta, in particolare dello Statuto societario” della Multiservizi, viene premesso in una delle sentenze della Corte d’Appello di Palermo; poi, però, a seguito delle motivazioni, nella pronuncia si legge che “deve escludersi che il contratto di lavoro possa essere convertito in rapporto di lavoro a tempo indeterminato; ne deriva che il ricorrente non può rivendicare il transito alle dipendenze di Sas”.
Ma gli ex interinali non si rassegnano. “Perché tutti vincono e noi no?”, dicono, non ancora convinti di aver tentato tutto. Così fanno presente a Sas che pur di ottenere la transazione sono disposti a rinunciare a ogni possibile vantaggio pregresso. Da quel momento nessuna novità, col solo, possibile spiraglio costituito da un verbale del 18 giugno: nell’atto il cda di Sas apre all’assunzione di uno di loro, Cracchiolo, se si verificano i requisiti di “pretese creditorie/risarcitorie” e “spese legali compensate”. L’avvocato di Sas Stefano Polizzotto, che segue la vicenda di un dipendente per conto di Sas, ha ravvisato “fondate possibilità di avere un esito positivo”; Gli altri sei? Insistono: “Si tratta di rinunciare a migliaia di euro tra arretrati di stipendio e danni da risarcire – fanno presente i lavoratori –, che noi abbiamo comunque ribadito di non voler ottenere se si procede alla transazione. Più di così non possiamo proprio fare”.