CATANIA – Una sola offerta e nessuna sorpresa. La gara d’appalto da 176 milioni di euro per il project financing al porto di Catania e in quello di Augusta è andata come era facile immaginare: il maxi-raggruppamento d’imprese, con la testa a Palermo, è l’unico plico arrivato negli uffici dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale. L’aggiudicazione della gara non è ancora avvenuta: per il momento, la commissione di gara si è limitata ad ammettere l’unica offerta arrivata. A presentarla il gruppo “PPP Sicilia orientale“, composta da Osp (Operazioni e servizi portuali) Palermo srl, EcolSicilia srl, Green service soc. coop. sociale, La portuale II soc. coop. arl e Patania srl.
Il project da 317 milioni
Il progetto di finanza, che riguarda oltre al porto di Catania anche quello di Augusta, è un affare da oltre 317 milioni di euro. L’Autorità portuale ce ne mette 176, i privati ci mettono gli altri. Con questa cifra, ci si aggiudica la gestione per 25 anni dei servizi delle due infrastrutture portuali (quella etnea e quella augustana), oltre che la costruzione della nuova stazione marittima del porto di Catania. In pratica: un monopolio da un quarto di secolo. Dentro alla gara d’appalto, infatti, c’è tutto: dalla raccolta dei rifiuti a terra alla pulizia degli specchi d’acqua, dalla manutenzione del verde al controllo dei varchi, passando per la gestione dei parcheggi e della logistica interna.
La proposta di project financing è arrivata nell’estate 2023 all’Autorità portuale che l’ha prima valutata positivamente e, dopo, l’ha messa a bando. Una gara aperta che non ha riservato sorprese: a partecipare è lo stesso mix di società che aveva presentato il suo progetto all’Autorità portuale e al presidente Francesco Di Sarcina. Capofila è la Osp di Palermo, una società che si occupa già dei servizi al porto di Palermo, di Termini Imerese e di Trapani. La Osp è forse la principale azienda specializzata in Sicilia a occuparsi di servizi portuali: sulla poltrona di presidente siede Giuseppe Todaro, che è anche presidente della Rap, la società partecipata del Comune palermitano che si occupa della gestione dei rifiuti.
I partecipanti alla gara
Tra le società che si candidano a gestire Catania e Augusta ci sono poi due ditte augustane: la EcolSicilia srl e la Patania srl, che si occupano entrambe di pulizia e disinquinamento degli specchi acquei. Patania srl, nei documenti presentati per la partecipazione alla gara, risulta avere sede in via Gabriele d’Annunzio, a Catania. La ditta già presta servizio nei porti di Catania e Augusta e sullo stesso sito dell’Autorità portuale è indicata con una sede in via X ottobre 220, ad Augusta. Stesso indirizzo della EcolSicilia. Seguono, poi, le catanesi: la Green service di San Pietro Clarenza e la La portuale II di Catania.
Quasi tutte queste aziende sono già abituate a collaborare. Patania, Green service e La portuale II lavorano insieme, in associazione temporanea d’imprese, nella “raccolta, caratterizzazione e smaltimento di rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali prodotti nelle aree comuni nei porti di Augusta e Catania”. Patania e La portuale II, in più, gestiscono insieme il “disinquinamento” degli specchi acquei di competenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare della Sicilia orientale.
Il project che non piace
Le operazioni di gara non sono ancora ultimate. La valutazione delle offerte tecniche deve ancora avvenire, solo dopo averne verificato la validità, la commissione di gara potrà procedere all’aggiudicazione dell’appalto. Era bastata la pubblicazione della gara, alla fine di ottobre 2023, perché mezza città saltasse sulla sedia e gridasse ai rischi per l’occupazione delle imprese locali e per la monopolizzazione dei servizi portuali. Adesso, con l’aggiudicazione che appare ormai prossima, le prossime polemiche si vedono già all’orizzonte.