Un gruppo di artisti, giornalisti e attivisti riuniti nel collettivo Venice4Palestine ha chiesto agli organizzatori della Biennale di Venezia di ritirare gli inviti agli attori Gal Gadot e Gerard Butler, accusati di sostenere pubblicamente Israele nelle operazioni militari su Gaza. La richiesta, formalizzata in una lettera, sollecita inoltre la presenza di voci palestinesi durante la manifestazione.
La lettera e le adesioni
Il 22 agosto il collettivo aveva già inviato una prima missiva alla Biennale. Tra i firmatari compaiono nomi come Marco Bellocchio, Laura Morante, Abel Ferrara, Toni e Peppe Servillo, Matteo Garrone, Valeria Golino, Fiorella Mannoia, Ken Loach, Anna Foglietta, Mario Martone e Carlo Verdone. Le adesioni hanno raggiunto quota 1.500 in pochi giorni.
Le critiche e le richieste
Secondo Venice4Palestine, la presenza di Gadot e Butler – entrambi protagonisti del film The Hand of Dante di Julian Schnabel, in programma fuori concorso – rappresenta una scelta in contrasto con l’esigenza di dare spazio a chi denuncia le violenze in Medio Oriente. Il collettivo chiede che durante la cerimonia di apertura della Mostra sia data parola ad artisti palestinesi per una testimonianza diretta.
La risposta della Biennale
Gli organizzatori del festival, in calendario dal 27 agosto al 6 settembre, hanno ribadito la propria tradizione di apertura al confronto, ricordando tra i titoli selezionati il film The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, che racconta la vicenda di una bambina palestinese uccisa sotto il fuoco israeliano.
La mobilitazione al Lido
Il collettivo ha accolto con favore alcuni segnali di apertura provenienti da sezioni parallele, ma ha criticato la mancanza di una presa di posizione esplicita sulla situazione a Gaza. Ha inoltre rilanciato l’appello a partecipare alla manifestazione “Stop al genocidio – Palestina libera”, in programma il 30 agosto al Lido di Venezia.
Venice4Palestine sollecita infine la Biennale a interrompere ogni collaborazione con enti o organizzazioni che, direttamente o indirettamente, sostengono il governo israeliano.

