"Provenzano ha ridotte capacità| ad esprimersi e a comprendere" - Live Sicilia

“Provenzano ha ridotte capacità| ad esprimersi e a comprendere”

Bernardo Provenzano

Gli esiti della perizia compiuta dallo psichiatra Renato Ariatti e dal neurologo Andrea Stracciari rafforzano la richiesta dei difensori del vecchio capomafia: "Ha ridottissimi contenuti di coscienza e responsività all'ambiente, nonchè scarse capacità di esprimersi e di comprendere ed eseguire ordini elementari".

La perizia sul boss corleonese
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PALERMO – “Bernardo Provenzano ha ridottissimi contenuti di coscienza e responsività all’ambiente, nonchè scarse capacità di esprimersi e di comprendere ed eseguire ordini elementari”. Così scrivono gli esperti nella relazione richiesta da Piergiorgio Morosini, il giudice per l’udienza preliminare chiamato a decidere sul rinvio a giudizio del padrino corleonese nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Gli esiti della perizia compiuta dallo psichiatra Renato Ariatti e dal neurologo Andrea Stracciari rafforzano la richiesta dei difensori di Provenzano, gli avvocati Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà, di stralciare la posizione del vecchio e malandato capomafia. La procura adesso vuole vederci chiaro per capire se vi sia stato un tentativo di neutralizzare un boss che avrebbe potuto fare rivelazioni clamorose.

Tutto parte dalla frase che Provenzano avrebbe pronunciato al figlio durante un colloquio: “Qui mi vogliono morto”. Poi, una serie di presunti infortuni e cadute nella cella del carcere di Parma. La Procura ha aperto un fascicolo “modello 45”, senza, dunque un reato individuato, con l’intenzione di verificare anche chi lo abbia visitato in carcere e perchè. Dopo il presunto suicidio del 9 maggio, ben tre volte Provenzano sarebbe caduto in cella: il 27 giugno, il 29 novembre e il 12 dicembre. Cinque giorni dopo è stato operato d’urgenza per rimuovere un ematoma subdurale e da allora è in coma nel reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Parma.


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