CATANIA – Cosimo Aiello, commissario dell’Autorità Portuale, presenta a Live Sicilia Catania il Piano regolatore del porto. Aiello fuga subito una serie di dubbi e perplessità sollevate da più parti e sull’Autorità Portuale dice senza mezzi termini “questa è una casa di cristallo, tutto è trasparente”. Il commissario inizia con una lunga premessa. “Che cosa è l’Autorità portuale? Che scopo ha e a chi serve? Questa autorità portuale deve essere interpretata come un’attività di impresa che deroga servizi ai suoi clienti : cioè i concessionari, i fruitori del porto e soprattutto la città. A mio parere non è un ufficio amministrativo o un centro disbrigo pratiche”. Il commissario ha un’idea ben precisa. ”Il porto di Catania costituisce un punto che può creare realmente sviluppo per questa città: questa è la filosofia che ci muove. Noi siamo a servizio della città e proviamo a fare il nostro lavoro secondo lo spirito che ho appena illustrato”.
A supporto della sua tesi, Aiello riporta una serie di dati. “La Banca Mondiale degli Investimenti ha stimato che le attività portuali contribuiscono per il 2,6% al Pil nazionale e determina un effetto moltiplicatore di ricchezza e occupazione”. “Ogni cento euro di investimento – spiega- generano una ricchezza di duecento ventiquattro euro di reddito nazionale e, soprattutto, ogni cento unità di risorse umane impiegate nel porto generano una domanda di altra forza lavoro di duecento quarantuno unità; quindi abbiamo l’obbligo di porci il problema di fare impresa”. “Insomma, le Autorità Portuali hanno la possibilità di incidere sullo sviluppo del territorio”. “Per fare ciò – continua il commissario- si deve partire da un porto che sia al servizio della città”. Aiello sa bene che in tanti gli rimproverano di avere utilizzato come base il vecchio prp, per questo ci tiene a fare qualche precisazione. “Abbiamo ripreso il Piano regolatore del porto, curato dal Presidente Indaco, che giaceva in consiglio comunale dal 3 Febbraio del 2004. Siamo partiti da lì. Ricominciare da zero avrebbe implicato il passare di mesi se non di anni. Per questo siamo partiti dal vecchio prp”.
“Abbiamo avviato- spiega Aiello- incontri serrati con i tecnici del Comune e abbiamo attualizzato il vecchio piano regolatore secondo due parametri: il trascorrere del tempo e una versa sensibilità ambientale che avvertivamo”. “Quali sono i punti salienti di queste modifiche?”. Per Aiello è presto detto. “L’idea di fondo è far percepire alla città di Catania che il porto è un bene prezioso da tutelare, valorizzare e fruire. Il nostro desiderio è di aprire il porto di Catania alla città. Per tale ragione nel nostro programma è prevista la restituzione, più del 50%, del sedime portuale alla città stessa. Addirittura con abbattimenti del muro che si frappone tra il porto e la città”. Poi il commissario entra più nello specifico. “Non è un caso che dei quattro chilometri di mura perimetrale previste in origine noi ne lasceremo solo un chilometro e quattro. Il 50% del sedime portuale viene restituito alla città. Abbiamo dimezzato gli indici di cubatura. Il progetto originario prevedeva 6,6 metri cubi per metro quadro di costruzione, noi lo abbiamo dimezzato adesso è del 3,1”.
Inoltre prosegue Aiello: “Qualora si realizzasse un porto turistico lo abbiamo fortemente compresso passando 120 mila a 72 mila metri cubi, parlo di tutta l’infrastrutturazione del porto turistico”. “L’ambizione- continua- è quella di creare un percorso pedonale ecocompatibile attraverso la realizzazione di un collegamento tra waterfront e lungomare della playa”. “Abbiamo eliminato- prosegue- la previsione di realizzare residenze perché siamo consapevoli che gli albergatori di Catania soffrono in questo momento. Abbiamo ritenuto più ragionevole per il momento fare in modo che si occupassero tutti gli alberghi esistenti, qualora si presentasse un rialzo di domanda ne riparleremo”. Aiello fa un passaggio sulla legalità. “Inoltre siamo in un ambito demaniale dello Stato e non è pensabile fare cose che non siano in perfetta regola ed è ancora più inpensabile che lo faccia un commissario nominato dal governo. Ci procureremo tutte le autorizzazioni”. Aiello continua a rivendicare la bontà delle modifiche apportate al prp. “Abbiamo eliminato la previsione delle altezze massime realizzabili. Erano di venti metri d’altezza, noi le abbiamo portate a dodici. Faccio presente- aggiunge- che la vecchia dogana è alta diciassette metri e mezzo”. “Ricordo, inoltre, la riduzione del 50 per cento della cubatura realizzabile nella zona del waterfront, da 200 mila a 100 mila metri cubi. I numeri possono anche non voler dire niente perché questi costituiscono parametri massimi (parametri di base e di riferimento) che dovranno essere utilizzati nell’ambito di un progetto”. Poi un’ ipotesi.“Potrebbe addirittura arrivare un progetto che non prevede nessuna cubatura, noi stiamo solo dando dei parametri di base e ponendo limiti invalicabili”. L’idea di fondo è dare il via a “un concorso internazionale di idee in architettura (al quale partecipino architetti di fama mondiale ma non solo) che ci indicherà le soluzioni migliori per la costruzione del porto turistico (per inciso, costruire un porto turistico nella zona sud permetterebbe di riordinare la zona nord, penso ai container)”.
Aiello immagina “non un semplice concorso di progetti ma di idee, già questo è una occasione di sviluppo per la città”. “A noi piacerebbe- prosegue- che sia la città a scegliere quale progetto preferisce. Faremo una prima scrematura dei progetti, poi sarò la città a scegliere”. “Il nostro sogno- dice Aiello- è che i cittadini catanesi possano fare le gite fuori porta dentro la città stessa: cioè al porto”. “Serve però un porto attrezzato. Ci piacerebbe appunto un percorso che parte dalla playa e che si conclude in una area attrezzata dove si fanno concerti o si beve un aperitivo”. Infine con un pizzico di umiltà conclude: “Abbiamo migliorato il vecchio progetto ma siamo pronti ad apportare altre modifiche, possiamo abbassare i parametri o gli indici di cubatura ma facciamo qualcosa, non possiamo non cogliere questa opportunità”.
Nelle prossime puntate: darsena traghetti, porto turistico e valutazione impatto ambientale.