CATANIA – È il giorno del Pua. O meglio sono i giorni del Piano urbanistico attuativo Catania Sud che corrisponde, almeno nell’immaginario collettivo, al progetto Stella Polare dell’imprenditore settentrionale Renzo Bissoli. Tra qualche ora, l’assemblea civica tornerà ad esprimersi, di nuovo, sul progetto che dovrebbe cambiare il volto della zona della Playa. Un nuovo passaggio si è infatti reso necessario, in seguito al verbale redatto dal Comitato urbanistico regionale che ha sollevato alcune questioni nel merito del piano di Stella Polare, in particolare per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, le aree a verde e le altezze degli edifici. L’assemblea dovrà esprimersi sul parere – non vincolante però – del Cru e anche sulle deduzioni presentate dalla società Palaghiaccio che, di fronte alla possibile rivoluzione dell’area della Playa ha pensato bene di proporre alla Regione un cambio di destinazione d’uso della struttura, trasformandola da sportiva in commerciale.
Di entrambe le delibere – che in realtà, dato che trattano lo stesso comparto, vengono presentate assieme – ha parlato stamattina il Comitato No Pua – che raccoglie una serie di soggetti e associazioni che da tempo si battono contro la realizzazione del progetto così come dovrebbe essere realizzato. Ribadendo la contrarietà a quanto proposto da Stella Polare e la necessità di organizzare un incontro pubblico per discutere apertamente del PUA “che ci sembra una cosa irrealizzabile” – affermano. Per questo – aggiungono – oggi pomeriggio saremo a presidiare l’aula”. In ogni caso, comunicano di voler convocare lo stesso un incontro pubblico sul tema il prossimo gennaio, invitando ogni espressione della città, alcune delle quali favorevoli alla realizzazione del piano.
“Continuiamo a essere convinti – proseguono – che non sia questo lo sviluppo turistico utile a Catania, anzi, potrebbe affossarlo”. Non solo. I membri del comitato sono convinti che una delle possibili sorti che potrebbe subire il Pua, dati i precedenti, potrebbe essere quella di diventare una grande incompiuta. “Come Palazzo Bernini – aggiungono – o come la Vecchia Dogana ( luogo, non a caso, scelto per ospitare la conferenza stampa n.d.r.) che, realizzata con soldi in parte pubblici, oggi è un insieme di botteghe vuote”.
Per questo, oggi pomeriggio, saranno in Consiglio il cui comportamento non sembra affatto scontato. Non pare infatti che la maggioranza sia compatta. Anzi. Sembra che i filoni di pensiero all’interno della squadra che sostiene Enzo Bianco siano due e di segno contrario. E non potrebbe essere diversamente, dato che l’iter per l’approvazione del Pua ha avuto l’appoggio dell’ex maggioranza targata Stancanelli, che in parte oggi sostiene l’amministrazione Bianco, e visto contraria una parte dell’allora opposizione, oggi dalla parte opposta dell’aula. Non solo. Tra i più strenui oppositori del progetto c’è Orazio Licandro, membro addirittura della Giunta comunale che, dopo il primo voto favorevole al progetto, lo definì “Cemento cemento e ancora cemento. Il tutto declinato con parcheggi, centri commerciali e alberghi. Il che, con la crisi economica in atto, equivale a dire soltanto una cosa: speculazione edilizia”, .
Bianco potrebbe, dunque, accettare i rilievi del Cru, seppur mitigati, per salvare capra e cavoli, il progetto da una parte e la necessità di “ammorbidirlo” dall’altro. Questo, però, potrebbe comportare il passo indietro di Stella polare, il cui progettista ha dichiarato proprio a LivesiciliaCatania l’eventuale possibilità di rinunciare, se i rilievi del comitato regionale fossero stati accettati in toto.
Diversa la questione per quanto riguarda il Palaghiaccio, dal momento che pare che l’assessore all’Urbanistica, Salvo Di Salvo, abbia già scritto nella relazione di risposta alla ditta proprietaria, la contrarietà dell’amministrazione al cambio di destinazione d’uso proposto. Vedremo stasera.
Degno di nota l’episodio che stamattina ha visto coinvolti, loro malgrado, i giornalisti e gli organizzatori della conferenza stampa: il gestore di Vecchia Dogana ha infatti invitato gli astanti a uscire dalla struttura e spegnere le telecamere. Un invito che si è trasformato immediatamente in un ordine, con tanto di minaccia di chiamare i Carabinieri.