Punizione mafiosa per rapine non autorizzate: scagionata la mente

Punizione mafiosa per rapine non autorizzate: scagionata la “mente”

Esce definitivamente dal processo

PALERMO – Era stato arrestato con l’accusa di essere la mente di una batteria di rapinatori. La Procura, per Giovanni Armanno, aveva chiesto una condanna a 10 anni e 9 mesi, ma arrivò l’assoluzione che non è stata impugnata e diventa definitiva.

Per tutti gli altri imputati è in corso il processo di appello. Sono state le difese a fare ricorso contro le condanne inflitte lo scorso ottobre in primo grado.

Sarebbero i componenti di una squadra che ad un certo punto commise un errore imperdonabile. Furono massacrati di botte per dei colpi che avrebbero commesso senza l’autorizzazione dei mafiosi di Pagliarelli.

In primo grado sono stati condannati Martino Merino, Davide Bonura (10 anni e 4 mesi ciascuno) e Giacomo Liotti 8 anni.

L’avvocato Alessandro Musso

Il 29 agosto 2019 due persone armate di coltello rapinarono il negozio di detersivi “Serena” in via Altofonte. Si portarono via 4.500 euro. Il 3 settembre un nuovo colpo: 2.800 euro di bottino.

Francesco Paolo Bagnasco, titolare dell’attività commerciale, avrebbe chiesto aiuto a Giovanni Caruso, braccio destro del boss di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso. La società che gestisce i negozi Serena è stata restituita ai proprietari dopo due anni di amministrazione giudiziaria. È stata bonificata dalle infiltrazioni mafiose e svolge regolarmente la sua attività.

Fu una caccia all’uomo. Caruso guardava sul tablet i video delle rapine: “… già sta aprendo la cassaforte da sotto… si sono portati la cassaforte da sotto… non si sono portati quelli del cassetto… è nervoso guarda… guarda si alza gli occhi … sedici … diciassette … e guarda là sopra… l’hai visto qua?”

Pochi giorni dopo il drammatico epilogo. Caruso chiamò Calvaruso: “Ma non scendi? Io sono sceso”. L’appuntamento era in un garage in via Piave.

Cosa accadde in via Piave fu ricostruito dalle confidenze di Caruso alla moglie all’interno della sua Audi Q3: “… tu non ne sai niente di questo discorso ah che capace ti arriva a dire: ‘minchia è selvaggio… mi sono rilassato questa giornata mi sono dato una scarricata che tu non hai idea… appena è entrato… l’ho preso ci dissi: ‘cammina… cammina prima che diventi scolapasta… all’ospedale… è ricoverato… pure il polso mi duole”.

Calvaruso, Bagnasco e Silvestre Maniscalco sono stati condannati per lesioni in un altro processo.

I rapinatori non hanno confermato di essere stati convocati e picchiati per i colpi non autorizzati. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno ricostruito altre sei rapine oltre a quelle ai danni dei negozi “Serena”.

In tutte le occasioni l’accusa indicava in Armanno la mente e il basista. Un’accusa sempre contestata dall’avvocato Alessandro Musso, il quale riteneva che non ci fossero gli elementi necessari per arrivare ad una condanna. Armanno fu assolto e oggi esce per sempre dal processo.

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