Quadrini: “Ho smesso col calcio | e non so come sia successo..." - Live Sicilia

Quadrini: “Ho smesso col calcio | e non so come sia successo…”

Nel calcio ci sono storie che nulla hanno a che vedere con la logica. In pochi anni si può finire dalle luci della ribalta alla periferia dell’impero come se nulla fosse, e quasi senza accorgersene. Il passato non conta niente, e lavorare e dare il meglio di sé in campo può anche non bastare. Marco Quadrini, difensore esterno di sinistra, è stato anche nazionale Under 21, con Marco Tardelli in panchina, è cresciuto nella Roma, ha giocato in giallorosso dagli Esordienti alla massima serie (il debutto grazie a Zeman), “fratello maggiore” di gente che furoreggia in nazionale e a livello europeo. Ha vestito le maglie di club prestigiosi come Genoa, Palermo e Napoli, e adesso, ad appena 30 anni, è svincolato da oltre una stagione. A giugno era stato contattato da una squadra australiana, aveva personalmente parlato con il manager di un club che gioca dall’altra parte del mondo, ma poi l’offerta era sfumata. In rosanero ha giocato pochissime partite di una sola stagione, quella dell’ultima promozione in serie B.

A circa otto anni dall’esperienza palermitana cosa fa?
“Non gioco più fra i professionisti, faccio tornei vicino casa, qui a Roma, mi tengo in forma, in attesa di un’offerta che mi ridia l’entusiasmo per tornare al calcio giocato. Partecipo anche al campionato universitario di calcio a undici, sono iscritto a Scienze Motorie allo Iulm. Sto completando gli studi, sono vicino alla laurea. Ho preso anche il patentino da allenatore di base e forse nei prossimi mesi potrei prendere anche quello di seconda categoria, per allenare fino alla Prima Divisione. Solo che, se lo conseguissi, non potrei più giocare a calcio”.

Giocare, invece, è ancora un suo obiettivo?
“Sì, dopo Palermo sono stato tre anni al Napoli fino al fallimento del club, poi ho avuto esperienze alla Fermana e all’Ascoli. Adesso sono svincolato, ma aspetto qualche proposta interessante. Quelle che mi sono arrivate non mi hanno soddisfatto. Alla mia età, e dopo aver fatto certe esperienze, si diventa più esigenti”.

È un problema di soldi, di categoria?
“Nulla di tutto questo, sul discorso economico ci si può tranquillamente passare sopra. E non mi interessa giocare in A, in B o anche in serie inferiori. Quello che conta è fare parte di un club che abbia un progetto serio e obiettivi veri”.

C’è un procuratore che la rappresenta?
“Non più, mi gestisco da solo. Ho avuto due agenti, ma li ho cambiati e poi lasciati perché non ero soddisfatto del loro lavoro, mi sentivo trascurato. Ma è probabile che non avere un manager non mi abbia favorito nella ricerca di una squadra. Ho fatto questa scelta però e non torno indietro”.

Come si esce dal giro dopo aver assaggiato il grande calcio?
“Non lo so, anzi non voglio pensarci, evito di farlo, perché non troverei una soluzione. Il calcio è davvero un mondo particolare. In una storia come quella mia c’è da starci solo male…”.

Che legami le restano nel calcio vero, a parte i tornei universitari?
“Collaboro con il centro della Figc all’Acqua Acetosa, seguo un gruppo di bambini. Lì mi è capitato di incontrare Bombardini, mio ex compagno proprio al Palermo. Era in ritiro con il Bologna. Sono rimasto in contatto con altri rosanero. Qui, nella capitale, capita di sentire Cappioli, Altobelli, Ferri”.

Compagna di una promozione in serie B, anche se lei giocò appena quattro partite…
“Una lussazione alla spalla mi fermò al primo giorno di allenamenti con il Palermo. Una sfortuna maledetta. Avevo avuto un incidente simile quattro anni prima, quando giocavo in nazionale. Mariani, l’ortopedico della Roma, società proprietaria del mio cartellino, decise di operarmi e persi gran parte della stagione. Non era semplice trovare spazio dopo uno stop così lungo”.

Con Palermo che legami ha?
“Qualcuno mi è rimasto. E sulla mia pagina di Facebook qualche tifoso rosanero si è fatto vivo. È stata una sensazione bellissima. M’è dispiaciuto andare via dalla Sicilia. Feci il ritiro estivo con la squadra di Mutti, poi la Roma non volle rinnovare il prestito…”.

Palermo 28 febbraio 2009


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