Quanto vale la vita | di un operaio portuale? - Live Sicilia

Quanto vale la vita | di un operaio portuale?

Una protesta di cui raccontiamo nelle pagine della cronaca di Palermo (LEGGI). E la moglie di un portuale che ci scrive. Con rabbia e con tenerezza.

Prima di entrare nel merito di quanto ho intenzione di rappresentare all’attenzione di tutti i lettori, ritengo doveroso presentarmi: sono la moglie di un portuale, una delle 300 preoccupate per le sorti lavorative del proprio marito, una di quelle che teme per la sorte degli operai saliti stamattina sulle gru, ma soprattutto una di quelle che è fortemente preoccupata per la gestione “allucinante” del servizio che gli operatori sono costretti a svolgere all’interno delle navi.

Non è mia intenzione entrare nel merito dei conti in rosso che potrebbe avere la società, non è mia competenza, ma credo che nessuno può togliermi il diritto di dire che tentare di risparmiare € 300,00 per lavoratore di certo non può giustificare scelte scellerate a sfavore della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Sì… probabilmente i conti torneranno tutti alla perfezione…..ma la vita di un operaio vale così poco???? Chi gestisce il loro lavoro…mette giacca e cravatta…borsa in pelle…orologio firmato…sa cosa vuol dire lavorare con i tappi alle orecchie per tamponare il rumore assordante dei motori incandescenti delle navi??? Ha idea di cosa vuol dire stare, per sei ore continuate, con la schiena piegata e le ginocchia che tremano dalla stanchezza ad alzare catene??

Sa cosa vuol dire vedere il proprio marito tornare a casa ricoperto, dalla testa ai piedi, dal grasso delle vetture e dal sudore che annebbia la vista e tranquillizzarlo dicendogli di non temere di avere i vestiti sporchi perché comunque, profuma della bellezza di avere svolto un lavoro onesto??? Sa cosa vuol dire svegliarsi nel cuore della notte e chiamare il proprio marito per sapere se tutto va bene, se il collega che manca per risparmiare le famose 300€ e che dovrebbe avvisarlo dell’arrivo di mezzi pesanti mentre sta piegato sulle ginocchia non c’è più???

Sa cosa vuol dire mettere in piedi una famiglia col sogno di comprare casa…e volere solo la possibilità di poter lavorare per potere pagare il mutuo???? Sa cosa vuol dire lavorare nei freddi inverni e nelle torride estati sui cornicioni delle navi, a 30 metri di altezza, e avere paura perché si respira l’aria della solitudine???

Probabilmente no…impegnato com’è a far di conto…ma io e tutte le mogli dei portuali lo sappiamo….e non vorremmo che, come purtroppo spesso succede, si dica “Una tragedia che si poteva evitare”. Oggi.. ora.. abbiamo la possibilità di intervenire prima che sia troppo tardi!!! La vita di mio marito non vale certo meno di chi ha la possibilità di lavorare dietro una scrivania, in giacca e cravatta!

Sono stanca di sopportare le ingiustizie di questa terra, che “tutela gli intutelabili…che garantisce l’ingarantibile”…che permette, nel terzo millennio, che si muoia di fame… e cosa peggiore…che si muoia nel posto dove si vuole guadagnarlo!! Non si può mettere a rischio la giovane vita di 300 uomini per risparmiare sui conti…la vita di mio marito non è paragonabile ad un offerta al ribasso dei volantini dei supermercati.. non permetterò, finché ho voce, che qualcuno non ascolti le parole di una moglie che vuole solo che il suo amato torni a casa da lei.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI