"Quel concorso è illegittimo" | Si fermano i dipendenti dell'Ars - Live Sicilia

“Quel concorso è illegittimo” | Si fermano i dipendenti dell’Ars

I dipendenti di Palazzo dei Normanni protestano contro la selezione di due segretari parlamentari addetti alla sicurezza, individuati tra gli "interni", dopo la revoca di un bando pubblico. Secondo i sindacati, i requisiti favorirebbero due impiegati dell'Assemblea.

Lunedì 17 settembre
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PALERMO – L’Ars si ferma. E l’attività d’Aula (spesso non esattamente frenetica) questa volta non c’entra. A fermarsi, infatti, lunedì 17 settembre, saranno i dipendenti di Palazzo dei Normanni. Una protesta plateale contro la modalità scelta dall’amministrazione dell’Assemblea regionale per l’assunzione di due segretari parlamentari. Individuati tra gli “interni”, anche senza laurea. Nonostante un concorso del 2006 avesse indetto una selezione pubblica, aperta anche all’esterno. Un concorso revocato, e sostanzialmente sostituito appunto dalla selezione interna.

I sindacati Cisl Ars, Cgil Ars, e quelli di assistenti, segretari e coadiutori parlamentari parlano di “gravi vizi di legittimità e di merito del concorso, interamente riservato agli interni, per due posti di segretario parlamentare addetto alla sicurezza”, ritengono “che il principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione non possa prescindere dal requisito costituzionale di accesso ai ruoli mediante concorso pubblico, modalità concorsuale imprescindibile, a maggior ragione trattandosi di un Parlamento”, e ancora lamentano “che il concorso in questione, a differenza di quanto stabilito dalle norme interne, non preveda il possesso della laurea ma il solo diploma di scuola media superiore, peraltro senza indicare una votazione minima (in palese contraddizione con i precedenti bandi pubblici) e prevede delle prove d’esame assai semplici; che lo scopo – si chiedono le sigle – sia quello di agevolare alcuni dipendenti già in servizio?”.

Secondo i sindacati, quindi, sarebbe stato leso il “principio della par condicio dei partecipanti in quanto, secondo le modalità previste dal bando in questione, fra i potenziali concorrenti vi sarebbero alcuni dipendenti (già promossi in passato con un’analoga procedura concorsuale interamente riservata) ai quali l’Amministrazione ha già garantito la partecipazione a corsi di formazione in materia di sicurezza, corsi questi che godrebbero di un punteggio superiore, addirittura, a quello attribuito alla laurea”. Insomma, a detta dei dipendenti quel concorso interno sarebbe stato “ritagliato” ad hoc per favorire l’assunzione di due dipendenti interni, in qualche modo già individuati.

Posti, quelli, che inizialmente dovevano essere colmati attraverso l’assunzione dall’esterno. Il concorso pubblico per segretari parlamentari addetti alla sicurezza, infatti, è stato pubblicato addirittura nel maggio del 2006. Un bando pubblico, revocato nel 2010 “con motivazioni – dichiarano i sindacati – assai fumose e discutibili”. Da qui, come detto, la scelta di scioperare, di incrociare le braccia. Un modo per invitare “l’Amministrazione a tornare sui propri passi, revocare l’attuale bando, interamente riservato al personale già in servizio, per tornare all’indizione di un pubblico concorso che, oltre a dare un’importante opportunità a tanti giovani disoccupati, assicurerebbe una migliore selezione di personale, per competenza e preparazione, e scongiurerebbe il palese contrasto con gli articoli 13 e 14 del Testo unico sull’Amministrazione dell’Ars e con la giurisprudenza della Corte Costituzionale”.

“Ci rendiamo conto – hanno dichiarato il dichiarano il segretario generale dell’area metropolitana Cisl-Funzione pubblica Gigi Caracausi e il dirigente Paolo Montera – che all’Ars siano abituati ai servizi ‘riservati’: la posta riservata, la banca riservata, la mensa riservata. Se parliamo di lavoro, però, questa idea però non può passare: il lavoro non può essere riservato solo a chi fa già parte del Palazzo”.


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