Quel filo rosso fra Trapani e Bari | Affari all'ombra di Messina Denaro - Live Sicilia

Quel filo rosso fra Trapani e Bari | Affari all’ombra di Messina Denaro

Gli occhi dei magistrati siciliani e di quelli pugliesi, oltre che della Dna, su un business dell'edilizia.

TRAPANI – Un terreno sul quale Cosa nostra trapanese aveva messo le mani quando il suo capo era Vincenzo Virga. Un terreno sul quale ciò che era stato progettato è stato alla fine realizzato: una serie di villette unifamiliari. Il tutto scavalcando sequestri e amministratore giudiziario, nonostante la marea di indagini sulla mafia trapanese. Oggi però tutto è stato confiscato. Terreno e sei eleganti villette unifamiliari.

Siamo a Trapani, a ridosso della rete ferroviaria: sul fondo Alberillo è rimasta l’insegna dell’impresa che ha costruito, la Smg con sede ad Alberobello. Ma non sono venuti dalla Puglia per costruire, a farlo sono stati alcuni di quegli imprenditori trapanesi che con Vincenzo Virga avrebbero messo in piedi il programma costruttivo. Oggi ci sono un paio di indagini aperte, due delle Procure di Trapani e Bari, adesso c’è anche la Direzione nazionale antimafia che ha avviato propri accertamenti: un bel po’ di soldi sono svaniti e alcuni degli imprenditori coinvolti, come il trapanese Vito Tarantolo, sono considerati “a disposizione” del super latitante Matteo Messina Denaro. Da qui l’interesse della Procura nazionale antimafia.

Tarantolo nei primi anni 2000 ha patteggiato una condanna per favoreggiamento, l’anno scorso ha subito la confisca dei beni e dall’esame delle carte è venuto fuori tra l’altro “l’affare del Fondo Alberillo” quando oramai tutto era stato costruito e i soldi volatilizzati. A raccontare ogni cosa ai magistrati è stato uno dei suoi prestanome, il commercialista Lorenzo Milano. Sulla base dei nuovi atti raccolti la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani ha disposto di recente la confisca della Smg e dei suoi beni, le sei villette e il terreno circostante.

Titolare della maggioranza delle quote della Smg era l’imprenditore Giuseppe Ruggirello, mai toccato da indagini antimafia, e come socio di minoranza la sua compagna, Susca Maria Grazia, pugliese di Alberobello. La Smg per comprare quel terreno sarebbe stata favorita dai fondi messi a disposizione dalla Banca di Credito Cooperativo di Alberobello, quasi un milione di euro cash, operazione sulla quale indaga anche Banca d’Italia non solo per la circostanza che a sedere nel cda della banca era proprio la Susca.

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