“Quello che succede in Libia, quello che ci raccontano e che vediamo, sono degli orrori”. Così Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, ieri sera a Che tempo che fa, su Rai Uno. Il medico ricorda commosso i bambini “vestiti a festa” morti nel naufragio dell’ottobre 2013. “Tempo fa hanno portato a Lampedusa una ragazza giovane che aveva perso l’uso delle gambe. Mi aveva detto che l’avevano violentata fino a paralizzarla. È arrivata con una bambina. La mamma che era in condizioni ai minimi termini, non pesava più di trenta chili. Quando abbiamo dato alla bambina i biscotti, lei non li ha mangiati, li ha sminuzzati e imboccava la mamma come un uccellino. Erano sei mesi che si prendeva cura della mamma. Aveva quattro anni. Quando le abbiamo dato un giocattolo non lo ha voluto, non era più una bambina”. Bartolo ha ringraziato le Ong, la Capitaneria di Porto e la Marina che hanno salvato in questi anni tanti migranti. “Quel mare sa essere molto crudele. Ma più crudele è quel mare di indifferenza che c’è oggi in Europa”. Poi Bartolo ha raccontato un’altra toccante storia di una bambina di otto anni partita dalla Nigeria per raggiungere la madre che era stata costretta a scappare perché ritenuta una strega. (sa.t.)
Il medico di Lampedusa parla di immigrazione al programma di Fazio.
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