PALERMO – Si dice tranquillo, “amareggiato per quanto alcuni hanno fatto a danno di tutti i cittadini onesti e della credibilità del Comune, ma soddisfatto dello svolgimento dell’azione di contrasto alla corruzione” e assicura ulteriore e piena collaborazione alla magistratura, in questo come in ogni altro caso. Ma soprattutto respinge ogni paragone con quanto accaduto a Roma: “Noi abbiamo segnalato subito la vicenda alla Procura”. Il sindaco Orlando, il giorno dopo gli arresti al Settore Tributi del comune di Palermo, con l’accusa di aver intascato mazzette in cambio di “sconti” sulla tassa per i rifiuti, mette le cose in chiaro.
Sindaco, il Comune è ancora una volta nell’occhio del ciclone. Cosa farete per evitare ancora casi del genere?
“Abbiamo approvato un piano anti corruzione che è stato preso a modello anche da altre amministrazioni. Ai tributi c’è stata una recente rotazione interna (tra aprile e giugno ben 50 spostamenti) proprio per evitare le possibili incrostazioni in un settore così a rischio. Poi serve però che qualcuno denunci, come è accaduto in questo caso: ci sono arrivate due segnalazioni anonime, nel 2012 e a inizio 2013, che abbiamo subito ed entrambe girato alla Procura, collaborando ad ogni livello e in questi mesi fornendo con ampiezza e sollecitudine al Nucleo di Polizia Giudiziaria dati, informazioni, documenti utili all’accertamento di responsabilità”.
Qualcuno vi rimprovera, però, il fatto di non aver agito efficacemente…
“Noi ci siamo mossi in sinergia con gli inquirenti: abbiamo opportunamente tolto le funzioni ai dipendenti oggetto di esposto anonimo inoltrato dall’Amministrazione alla Procura ma non li abbiamo trasferiti fisicamente dall’ufficio, consentendo così di accertare i comportamenti anomali oggi oggetto di contestazione , commessi dopo la segnalazione anonima e fornendo tutta la collaborazione possibile a chi conduceva le indagini”.
Il paragone con “Roma capitale” è fin troppo scontato. Che idea si è fatto di questa vicenda?
“C’è una grande differenza: a Roma c’è stata la complicità della politica e degli apparati burocratici, qui invece la politica e la burocrazia comunale hanno aiutato la magistratura a smantellare un sistema corrotto. Oltre al fatto che parliamo di cifre assai diverse, ma che e’ significativo avere comunque accertato come indebitamente sottratte alla riscossione doverosa”.
Il Comune non ha nulla da rimproverarsi?
“Noi mandiamo alla Procura tutti gli esposti che ci arrivano anche anonimi e la Procura ci ha riconosciuto di aver agito immediatamente, una volta ricevuta la segnalazione”.
Lei ha accennato a una rotazione effettuata. Non ci saranno altri provvedimenti?
“Intanto ci costituiremo parte civile e poi intendiamo, se necessario, applicare anche le nuove norme che consentono di declassare i dirigenti,che in questo caso però – va ribadito – non risultano coinvolti, ma anzi attivi per accertare anomalie e reati. Ma servirebbe anche un intervento del Parlamento nazionale per consentire un controllo ‘sociale’ più capillare e individuare chi viene meno ai propri doveri. Troppe volte la privacy impedisce – ad esempio – di pubblicare dati su dichiarazioni di redditi e pagamenti di imposte, la cui eventuale anomalia potrebbe essere evidenziata dai cittadini, dal vicino di casa o dal collega operatore economico”.
Cosa devono fare i cittadini, se si trovano in situazioni simili?
“Denunciare, denunciare e denunciare. Non possiamo sperare solo negli anonimi. A Ciaculli abbiamo abbattuto, l’altro giorno, una casa abusiva, il che è stato di esempio per dire a tutti gli abusivi che fine faranno i loro abusi, per confermare che gli abusi non sono ‘convenienti’ neanche per gli abusivi. Ecco, qui dobbiamo innescare lo stesso meccanismo: rubare e non rispettare le leggi porta solo alla galera, non è ‘conveniente’ neanche per chi ruba”.