"Ragazzi trattati come delinquenti" - Live Sicilia

“Ragazzi trattati come delinquenti”

Umberto, il legale degli arrestati
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Sulla vicenda degli scontri all’Umberto I, gli aspetti da approfondire sono ancora molti. “C’è tanto da lavorare” dice il legale dei tre studenti prosciolti, Fabio Lanfranca, che intende raccogliere testimonianze da una parte e dall’altra, in attesa di un’eventuale citazione in giudizio. “Si tratta di studenti universitari consapevoli, che sono stati arrestati come delinquenti”.

Lei ha visto subito i ragazzi sabato pomeriggio?
“Sì, sì, li ho visti”.

E presentavano lesioni? Dalla questura parlano solo di lesioni ai polsi.
“Io li ho visti vestiti. Due di loro si sono fatti comunque refertare perché avvertivano dei dolori. Adesso verranno effettuate analisi più approfondite perché tra loro c’era chi lamentava un trauma cranico. Per quanto riguarda le manette non è neppure tanto ovvio che debbano essere ammanettati in modo da strozzare i polsi”.

Come hanno passato le ore in questura? Le hanno raccontato qualcosa?
“Le ore le hanno passate in attesa, con l’ansia dell’udienza che si è celebrata ieri. Era lì il loro pensiero”.

Il confronto in aula?
“La tesi della Digos, presente in aula con i suoi più importanti rappresentanti, sostiene che c’è stata una reazione, violenta a loro avviso, di fronte al tentativo di portare i ragazzi in questura. Una rivolta all’azione dell’autorità. Quella che noi sostieniamo è che i ragazzi stavano semplicemente manifestando solidarietà ai coetanei picchiati da alcuni esponenti di estrema destra nei giorni scorsi. Sono stati avvicinati dalla polizia e hanno chiesto agli agenti il motivo dell’intervento. E poi in maniera abbastanza rude sono stati portati in questura”.

Secondo lei un arresto era necessario?
“Ho ritenuto che sotto il profilo etico non ci fossero gli estremi per questo arresto. Mi sono reso conto che si tratta di studenti universitari consapevoli che sono stati arrestati come delinquenti”.

La questura ha parlato comunque di sette agenti refertati.
“Non metto in dubbio che ci siano profili penali che dobbiamo ancora accertare. Bisogna vedere se questi referti medici siano stati determinati dalla foga con cui si è proceduto a questi arresti”.

Vi state già preparando su un’eventuale citazione in giudizio?
“Sì, da oggi cominceremo a lavorare in questa direzione. Occorre approfondire i fatti, sentire se ci sono testimonianze. C’è tanto da lavorare per preparare una difesa tecnica alla nostra tesi, che è già stata certificata dal giudice, che ha ritenuto gli arresti illegittimi”.

E la rete di “sostegno legale”?
“C’è stata una reazione culturale da parte di alcuni collegi, i più sensibili, che proprio prima dell’udienza mi hanno dato la loro disponibilità, di fronte a questi fatti. Un gesto di solidarietà e aiuto per approfondire quanto accaduto”.


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