Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, ha disposto l’invio di una lettera indirizzata all’assessore alla Sanita’ della Regione Sicilia, Massimo Russo, per acquisire elementi informativi sul caso di un uomo, Nino Cappello, entrato in coma durante un intervento alla tiroide nella casa di cura Clinica del Mediterraneo di Ragusa e poi deceduto.
Durante le primissime fasi dell’anestesia – ricorda la Commissione in una nota – il paziente sarebbe stato colpito da un infarto che avrebbe determinato una grave anossia cerebrale. Da qui la morte cerebrale del 37enne che, in seguito alla complicazione del quadro clinico, è stato trasferito d’urgenza dalla Clinica privata nel Reparto rianimazione dell’ospedale Civile, dove e’ deceduto l’11 dicembre. I due reni e il fegato dell’uomo, padre di 4 bambine, sono stati donati per volontà della vedova. I carabinieri dei Nas hanno sequestrato la cartella clinica del paziente e la sala operatoria della Clinica del Mediterraneo.
Sette medici sono stati raggiunti da avviso di garanzia, mentre la Procura della Repubblica di Ragusa dovrà stabilire se l’anossia che ha determinato la morte cerebrale sia da addebitare ai medici. L’assessore Russo ha disposto un’ispezione urgente per far luce sull’accaduto.
Sul caso, anche il direttore sanitario della casa di cura, Salvatore Pacini, ha avviato un’inchiesta interna. “Chiederemo all’assessore di fornirci ogni elemento utile al fine di accertare le cause che hanno determinato il coma che ha successivamente condotto alla morte Antonino Cappello – ha dichiarato il vicepresidente della Commissione, Giovanni Burtone -. In particolare, chiederemo a Russo una copia delle risultanze dell’ispezione da lui disposta sul caso, sia in merito a eventuali criticita’ organizzative riscontrate, che in ordine a iniziative amministrative, sanzionatorie e/o cautelari assunte”.
“Restiamo vicini al dolore della famiglia di Nino Cappello – aggiunge Orlando – della quale apprezziamo la sensibilità e il coraggio nell’aver voluto procedere con l’espianto degli organi, che salveranno la vita di altre persone”.