RANDAZZO – “Chiusura temporanea al pubblico della Biblioteca comunale per ragioni di sicurezza”. Titolava così il decreto sindacale con cui il 14 novembre del 2013 veniva chiusa a Randazzo la Biblioteca “Don Virzì”. Ma ad oggi, trascorsi ormai più di due anni, non è ancora possibile consultare i suoi diciottomila volumi. Una raccolta a cui già all’indomani del decreto si sono andate ad aggiungere altre pubblicazioni grazie a precedenti contributi ormai concessi dalla Regione Sicilia per un importo totale di milletrecento euro. Volumi che però non hanno ancora incontrato i lettori, restando invece in attesa che l’intera bibliografia torni a disposizione del pubblico. Ma a sentire il sindaco, Michele Mangione, la riapertura sarebbe finalmente prossima.
È lo stesso primo cittadino a rievocare dall’inizio le vicissitudini della Biblioteca comunale. Una chiusura disposta a seguito di un esposto anonimo che denunciava una mancanza dei requisiti di sicurezza nei locali di Palazzo Fisauli, da vent’anni adibito a sua sede. “Un esposto che – nel tono allusivo di Mangione – aspettava quasi quasi il mio insediamento, perché lo stato della biblioteca era tale da anni”. Preso dunque atto del problema ed essendo prossimi “alla scadenza del contratto di affitto”, anche al fine di eliminare le spese per i fitti passivi, per la nuova allocazione venne allora deciso di optare per un immobile di proprietà comunale. La prima scelta ricadde sull’ex Pretura, “in cui era anche iniziata un’opera di adeguamento”, ma, rendendosi libero l’Istituto di Santa Caterina, in ultima battuta si optò per il piano terra di questo. Una sede “più degna di ospitare la biblioteca sia per l’ubicazione sia per il prestigio dell’istituzione culturale sia per le condizioni ottime dell’immobile”.
Trovati i nuovi locali, continua in sindaco, è stato però il sopraggiungere di altre due urgenze a ritardare ulteriormente la riapertura (ma siamo già all’inizio dell’anno scolastico 2014). “Un ammaloramento del tetto nella sezione cosiddetta Cappuccini della scuola materna che appartiene al De Amicis e la necessità di ulteriori locali per il Don Milani” hanno fatto sì che quel primo piano che sarebbe dovuto diventare la nuova sede della Biblioteca comunale venisse invece destinato ad ospitare i bambini delle scuole. Di fronte all’impossibilità di utilizzare i locali dell’ex Pretura, rivelatisi nel frattempo troppo umidi per accogliere dei libri, ecco che i volumi restano a tutt’oggi conservati nell’Istituto di Santa Caterina in attesa che il piano terra si liberi.
Da una soluzione tampone a quella che potrebbe essere una soluzione definitiva e non solo per la biblioteca ma per tutta l’edilizia scolastica. Sin da subito, afferma il primo cittadino, si è cercato di reperire i circa sessantamila euro che servono per potere intervenire sul tetto della scuola materna. Ma difficoltà economiche, bilancio e ritardi tecnici hanno fatto sì che la progettazione venisse ultimata solo ora. “Le somme le abbiamo impegnate – dice Mangione – adesso devono cominciare i lavori. In tre mesi la biblioteca dovrebbe essere riaperta, però prima ci vuole un minimo di adeguamento dei locali”. Eppure, a fronte di questa soluzione tampone, all’orizzonte sembrerebbe invece prospettarsene anche una definitiva che, a sentire il sindaco, “ci affrancherà da una maledizione”. L’obiettivo è infatti quello di reperire le somme necessarie per dotare tutti gli edifici scolastici di pertinenza comunale, e quindi anche i Cappuccini, delle Schede di vulnerabilità sismica, documento base per partecipare ai bandi sull’edilizia scolastica. In questo modo si avrebbero le carte in regola per accedere a fondi che permetterebbero di mettere a nuovo gli edifici e garantire a questi un’agibilità completa. Così facendo, le sezioni attualmente ospitate al Santa Caterina non potrebbero certo tornare nell’immediato negli istituti di origine, però, dice Mangione, “mi accontento di aspettare qualche mese in più, se questo vuole dire riuscire a compiere un’operazione definitiva”, anche perché, stando alle prime stime, si potrebbe avere una parità, se non un risparmio, nei costi.
Dopo più di due anni si aspetta ora di conoscere quale strada sarà intrapresa, ma “entro l’estate – afferma il primo cittadino – si può pensare di riaprire la biblioteca”. Infatti, anche nel caso in cui dovesse prevalere la via della dotazione delle Schede, con conseguente allungamento dei tempi per la sistemazione degli edifici scolastici, e nello specifico dei Cappuccini, “un’idea potrebbe essere quella di trasferire le sezioni al piano superiore dell’Istituto, dopo avervi effettuato i necessari lavori di abbattimento delle barriere architettoniche, così da liberare il primo piano e farlo diventare” finalmente “la nuova biblioteca”.